Foto di copertina © Emanuele Baciocchi.
La complessità delle città di oggi sfugge alla pianificazione amministrativa. La città è il frutto del vissuto di una collettività, con i suoi pregi e i suoi limiti. Molti fattori contribuiscono a creare l’esperienza vissuta dagli abitanti: povertà, ricchezza, alimentazione, rumori e odori. Ma se la città viene continuamente stravolta dai flussi di un turismo insostenibile, la complessità diventa caos.

Cos’è l’Overtourism.
Si chiama “Overtourism”, una particolare e nuova forma di turismo globale che sta assumendo la forma dell’emergenza anche a causa dei voli low cost e dei nuovi modelli di accoglienza. In estrema sintesi: la crescita esponenziale di flussi turistici concentrati sulle stesse mete turistiche. Per Greg Dickinson, giornalista del Telegraph, l’Overtourism è “Il fenomeno secondo cui una destinazione popolare o un particolare scorcio vengono invasi dai turisti in modo insostenibile”.

Da un’inchiesta di RaiNews si apprende che: “L’agenzia Onu di riferimento – l’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) – ha messo nero su bianco le cifre di questa marea crescente. Nel 2017 i turisti che hanno varcato le frontiere sono stati oltre 1 miliardo e 300 milioni. Al ritmo di crescita attuale, l’UNWTO prevede che nel 2030 questo flusso supererà i 2 miliardi. Un’onda che andrà a concentrarsi in particolare sulle solite mete perché, anche questo è un fatto, le destinazioni non variano e non crescono in numero di pari passo nel tempo”.
Turismo globale come arma strategica?

Un’altra indagine, pubblicata questa volta su Panorama (2 agosto 2018) a firma Fausto Biloslavo, evidenzia l’importanza strategica del turismo globale. Ecco i “turisti per calcolo”, una nuova e potente “arma” di massa. Un solo dato per capire: nel 2017, circa 133 milioni di cinesi sono andati in vacanza all’estero spendendo 261 miliardi di dollari. Evan Rees, analista del centro studi americano Stratfor, dice che: “La Cina sarà in grado di dirigere e regolare il flusso turistico per punire o premiare i paesi di destinazione in linea con i suoi obiettivi di politica estera”.
Governare il turismo globale a Firenze.
Da qualche anno Firenze non ha più le caratteristiche della città d’arte di un tempo. Oggi è solo la più piccola delle città globali. L’Overtourism ne ha stravolto l’identità e impedisce di costruirne un’altra.

Noi non vogliamo ritornare a passato che mai tornerà, ma intendiamo costruire una rete tra tutti coloro che desiderano discutere del futuro di Firenze. Per progettare una Firenze diversa, che non rifiuta il turismo globale, ma lo governa. Al limite imponendo controlli e cercando di attrarre flussi contenuti di un turismo di qualità, anche popolare, ma non globalizzato. Turismo di qualità non è sinonimo di superiore capacità di spesa rispetto al mordi & fuggi del turista globalizzato. Significa un turismo che ama l’ambiente, rispetta la lentezza del territorio e stabilisce un consumo sostenibile della città, privilegiando l’attenzione alla cultura e alle tradizioni. Significa anche costruire un futuro della città legato all’identità del passato. Una città senza identità è sempre preda facile di avidi interessi. Al contrario di un territorio che mette in scena la piena consapevolezza dei pericoli e dei rischi e che, anche per questa ragione, tutela le fragilità, la marginalità e il suo ecosistema urbano.