A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE

A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE

In copertina: Giovanni Signorini, il Berlingaccio in piazza Santa Croce (1846)

La politica è l’arte del possibile, e ha come oggetto l’organizzazione dello Stato e della vita pubblica in generale: dovrebbe essere un servizio, ma può essere utile anche per impedire agli avversari di fare la loro.

È notizia di questi giorni la presentazione, e il ritiro nel giro di sole ventiquattr’ore, di un emendamento al Decreto Milleproroghe presentato da alcuni deputati e finalizzato a regolamentare il fenomeno delle locazioni brevi. L’emendamento proposto stabiliva la potestà per i Comuni di consentire l’affitto turistico solo in seguito al rilascio di un’apposita licenza, eventualmente differenziandone la concessione in relazione alle diverse zone del territorio amministrato, stabilendo un tetto massimo al numero dei permessi e al numero di giorni di attività, oltre il quale la stessa andrebbe a definirsi come attività di impresa assoggettata alle normative di settore.

Niente di particolarmente eccezionale. Solo la possibilità per i Comuni di avere a disposizione uno strumento regolamentare in più, come da loro stessi richiesto. Nessuna tassa aggiuntiva.

In quelle ventiquattrore è successo il finimondo: dichiarazioni di fuoco, annunci di catastrofi imminenti, l’apocalisse immobiliare. Con la coda tra le gambe, alla fine, sono usciti da questa veloce vicenda tutti, o quasi: i deputati presentatori che lo hanno ritirato, i piccoli proprietari di immobili a uso affitto breve, gli amministratori locali e i residenti. A vincere, invece, è stata la misera realtà, la vita sempre più sconnessa dei grandi centri urbani turistificati all’interno dei quali i problemi della complessità urbana stanno aumentando a vista d’occhio. Una realtà in cui al centro ci sono solo gli appetiti delle grandi speculazioni immobiliari legate alle piattaforme digitali.

Una sconfitta di tutti. Il problema, se mai vi fosse la necessità di ricordarlo, è la totale assenza di una responsabilità collettiva che superi, con un deciso colpo di reni, la frenesia dei diritti contrapposti e degli interessi da tutelare.

Si è persa anche questa volta l’occasione per discutere, magari seduti a uno stesso tavolo, di come dare un senso al vivere in una città d’arte turistificata. Il senso del bene comune, in altre parole. È dai particolari che si vede meglio l’insieme. E il particolare questa volta ci dice che siamo a Carnevale quando ogni scherzo vale…

Ma, giova ricordarlo, dopo ogni Carnevale arriva sempre la Quaresima.