Immagine di copertina la “fotografia” di Firenze mappata da insideairbnb a settembre 2022
Nella lunga, e tuttora improbabile, attesa di una legge nazionale che regolamenti le locazioni brevi, divenute nei fatti il principale settore della ricettività turistica, si fa molta fatica a comprendere la perdurante indisponibilità di dati accurati, sotto forma di open data e mappe, immediatamente accessibili dai siti istituzionali di Comune e Città metropolitana.
Le più recenti statistiche del turismo pubblicate da quest’ultima sono datate dicembre 2021, quando oltre la metà dei 73.830 posti letto a disposizione dei turisti nel Comune di Firenze faceva capo alla ricettività extralberghiera (40,088 letti, 54% del totale) e tra questi ben 17,749 posti letto (24% del totale) erano già ascritti a 4157 attività di locazione turistica, auto-dichiarate come non imprenditoriali.
Da allora più nulla, gli aggiornamenti precedentemente pubblicati su base mensile non sono più disponibili al pubblico, rendendo impossibile ai non addetti ai lavori l’andamento di un movimento turistico che pur si percepisce tornato alle dimensioni pre-pandemiche, e che nella narrazione pubblica viene presentato come il vero traino della ripresa economica.
Come se ciò non bastasse, ancora prima della pandemia – ed estesamente nel libro La filosofia del trolley (di Grazia Galli e Massimo Lensi, Carmignani Editrice) – documentammo come i dati a disposizione dalle statistiche istituzionali conducessero a sottostimare di molto le reali dimensioni di un’industria indubbiamente di peso sul territorio. Purtroppo, pur a fronte di significativi aggiornamenti, la situazione non è molto migliorata. Anche nelle statistiche pubblicate a fine 2021 i dati riguardanti il settore extra-alberghiero – e in particolare le locazioni turistiche – appaiono ancora molto distanti dalla realtà fotografata nello stesso periodo a Firenze dagli attivisti di insideairbnb,com. Già nei primi giorni di gennaio 2022, infatti, gli attivisti del sito (che analizzano direttamente i dati disponibili sulla più nota piattaforma globale per gli affitti turistici) annoveravano e mappavano 10,234 annunci, il 77% dei quali per l’affitto d’interi appartamenti, pubblicati in oltre il 64% dei casi da host che sulla stessa piattaforma hanno inserzioni per più di un’immobile (fino a un massimo di 172 per un singolo inserzionista).
Numeri impressionanti di un mercato tornato a crescere vorticosamente, tanto da indurre insideairbnb a pubblicare un nuovo aggiornamento con i dati raccolti a settembre 2022, quando il totale degli annunci era salito a 11,138, di cui oltre il 78% per interi appartamenti e facenti capo nel 65,7% dei casi a host con più inserzioni, addirittura più di 10 nel 24% dei casi.
A fronte di un quadro del genere, desta un qualche sconcerto leggere sui quotidiani locali che qualcuno torna ancora oggi a riproporre l’antica narrazione di una economia di sussistenza, condotta per lo più da piccoli proprietari che grazie agli affitti brevi ricavano il necessario a sostenere i bilanci familiari di fronte alla crescente inflazione. Per carità, ognuno “fa il suo” come comunemente si usa dire, e certamente anche a Firenze situazioni di questo tipo ci sono ancora, ma dalle analisi di insideairbnb parrebbero decisamente minoritarie.
Ciò che però davvero resta incomprensibile è l’apparente inazione dell’Amministrazione comunale e metropolitana rispetto alla necessità di ottenere un censimento accurato del numero e della distribuzione territoriale di questa tipologia di attività, la cui crescita senza regole sta pesantemente impattando il mercato immobiliare dell’intero territorio fiorentino rendendolo impraticabile per un numero crescente di famiglie, lavoratori e studenti.
Comuni come Venezia o Siena, hanno da tempo reso pubblici i dati di cui dispongono in mappe ben visibili sui siti istituzionali, mentre altri si stanno organizzando per farlo. Ci auguriamo che presto anche il Comune di Firenze decida di muoversi in questa direzione, magari aprendo una collaborazione con insideairbnb, che annovera tra i suoi collaboratori anche docenti di prestigiose università del nostro Paese.