C’è un urgente bisogno di regole per preservare il senso delle città ed è importante farne sentire la voce anche al Parlamento e alla Commissione UE
È notizia di questi giorni che le Amministrazioni di dieci città europee (Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles, Cracovia, Monaco, Parigi, Valencia e Vienna) hanno diffuso un comunicato congiunto al Parlamento europeo e alla Commissione UE (qui la traduzione italiana) per chiedere di poter regolamentare le piattaforme che pubblicizzano affitti brevi sul web, in modo da obbligarle a cooperare con le amministrazioni locali e nazionali e ottemperare alle normative in essere o “in fieri” riguardo la registrazione, la messa a disposizione dei dati dei locatori e l’imposizione di eventuali obblighi fiscali. L’iniziativa è scaturita in seguito al parere non vincolante espresso dall’avvocato generale della Corte di Giustizia europea per il quale, secondo i regolamenti e le direttive della UE, Airbnb dovrebbe essere considerato un fornitore di informazioni digitali piuttosto che un agente immobiliare tradizionale.
Se questo status fosse riconosciuto dalla Corte, le piattaforme online per gli affitti brevi sarebbero sollevate dal dovere di ottemperare alle normative introdotte da varie città europee per regolamentare le locazioni brevi e contenere la gentrificazione turistica di interi quartieri e città.
Per questo le associazioni di cittadinanza Progetto Firenze e 25aprile Venezia hanno lanciato un appello ai Sindaci di Firenze e di Venezia, i cui residenti sono confrontati agli stessi problemi, chiedendo loro di aderire prontamente all’appello dei loro omologhi europei.
Tutti possono aderire all’appello compilando il form qui sotto.