Firenze, 28 aprile 2020
Per ripensare l’organizzazione della città liberandola dalla soffocante dipendenza dal turismo di massa, come auspicato dal Sindaco e autorevoli voci del dibattito pubblico, servono coraggio e collaborazione da parte di tutti.
Perché se è certo che ci vorranno anni prima che i flussi turistici ritornino a numeri importanti del recente passato, è altrettanto evidente che il numero di attività commerciali e artigianali che su quei numeri basavano il proprio fatturato è molto maggiore di quanto si sia voluto vedere sin qui.
Salvarle tutte mantenendole tal quali non sarà probabilmente possibile, ben vengano quindi provvedimenti che ne aiutino la riconversione o ne accompagnino il passaggio a nuove tipologie di clienti, preservandone i posti di lavoro. In questo senso, come associazione di residenti, guardiamo con favore allo sforzo degli esercenti della ristorazione, alcuni dei quali in queste settimane si sono prodigati in iniziative di grande solidarietà. Anche la recente richiesta di alcune categorie di ristoratori per cambiare il modo di usufruire del suolo pubblico merita, nostro avviso, attenta considerazione e potrebbe divenire percorribile, qualora inserita con coraggio nel quadro della riorganizzazione di una città più vivibile e attenta a chi vi lavora e la abita.
I residenti del centro storico denunciano da anni il grande danno alla vivibilità derivato dalla rumorosità molesta della movida senza regole protratta fino a notte fonda, e dalla mancanza pressoché totale di spazi di socialità nelle strade e nelle piazze, a fronte della privatizzazione di oltre 14 mila metri quadri di suolo pubblico occupati da dehor.
Ben venga dunque uno sforzo di riorganizzazione complessivo dello spazio pubblico se volto a compenetrare il necessario aiuto alla ristorazione con un uso più responsabile dello spazio pubblico.