COPRICI LO STADIO!

COPRICI LO STADIO!

Foto di copertina © Emanuele Baciocchi

Anni ’80, domenica. Il cielo sopra Firenze è tappato dai nuvoloni; è giorno di partita. Un tifoso esce di casa e guarda in alto. “Va all’acqua“. Torna in casa, prende l’impermeabile giallo e via, in motorino verso il Campo di Marte. Inizia la partita sotto un nubifragio.

Coprici lo stadio, o Pontello coprici lo stadio“.

Anni 90, domenica. Il solito tifoso di dieci anni fa esce di casa per andare allo stadio. Sciarpa viola al collo e impermeabile giallo. Pensa: “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle“. Inizia la partita, mentre piove a dirotto già da un quarto d’ora.

“Coprici lo stadio, Cecchi Gori coprici lo stadio”.

Anni 2000, sabato. Il tifoso ha in tasca il suo trentesimo abbonamento in Curva Fiesole. Ha passato il fallimento e la rinascita, la serie C2, la B e finalmente la Fiorentina è tornata nel calcio che conta dopo quei terribili anni di purgatorio. Un presentimento lo assale, e gli torna in mente una vecchia canzone di Marasco: “Sarà, ma domani – maremma puttana – l’è pioggia, ci ho un callo che segna buriana“. Il giorno dopo, sotto una buriana apocalittica, si gioca il derby Fiorentina-Livorno.

“Coprici lo stadio, Della Valle coprici lo stadio”.

In tant’anni di curva Fiesole, s’è perso i’conto delle acquate che s’è preso! E la richiesta, a gran voce, è sempre stata la stessa e rivolta verso la solita direzione: la Tribuna coperta. Lì dove si son seduti padroni e sindaci, assessori, accanto a vippe, cantanti e attori. Discorsi se n’è sentiti parecchi, ma di concreto un s’è mai visto nulla.

Progetti, promesse, stadi novi, stadi vecchi da rifare.

E pensare che alla fine degli anni Ottanta s’è pure patito un anno di esilio a Perugia, perché c’era da ristrutturare i’Comunale in vista de’ mondiali. Si disse, con tutti questi lavori, sarà la vorta bona che ci coprono Fiesole, Maratona e Ferrovia. Ma i’cché! Levarono la pista dell’atletica, abbassarono i’campo – distruggendo l’avveniristica struttura a schiena d’asino che faceva defluire l’acqua – fecero in fretta e furia i “parterre” e misero su’ gradoni que’ maledetti seggiolini di plastica che ridussero di brutto la capienza dello stadio (oltre a farci inciampare ogni due per tre ni’ tentantivo di raggiungere gli amici in un punto preciso della curva).

Lo stadio Franchi in una fotografia del 2007 pubblicata da Wikipedia

 

E ci si ritrovò l’anno dopo, senza Baggio e senza copertura, di novo a piglià l’acqua.

Sotto l’acqua forza viola alé“. Così cantiamo per non pensare ai’ raffreddore che ci allieterà la settimana lavorativa…  Colpa della politica? Colpa dei vari patron? E chi lo sa. Di sicuro, nonostante sindaci che promettevano e presidenti che progettavano, sognavano e poi se n’andavano (a pedate), noialtri, il dodicesimo uomo in campo, s’è seguitato a piglià l’acqua mentre loro stavan lì, gomito a gomito in tribuna d’onore. Almeno si fosse vinto qualcosa in tant’anni, tutte quelle bronchiti avrebbero avuto un senso! Invece, du’ coppe Italia, una supercoppa, parecchie aspirine e rizzati!

Siamo ni’ 2019. Cacciati i Della Valle, siamo nelle mani di Commisso, uno abituato a far le cose in quattro e quattr’otto, “fast fast fast” come dice lui. Il solito tifoso di quarant’anni fa, che ormai allo stadio ci porta i figlioli, e menomale che un gli son venuti gobbi, è sempre lì coll’impermeabile pronto. Dopo vent’anni di discorsi sullo stadio novo, ormai ha perso le speranze; sente parlare Commisso di ristrutturazione del Franchi, dell’ipotesi di uno stadio a Novoli, a Campi, a Bagno a Ripoli, a Monculo sott’Empoli, ma non si illude. Di sicuro non si entusiasma all’idea di vedere abbattuta la sua “casa”, la Curva Fiesole. Vorrebbe, forse, solo un tetto per coprirla, sotto il quale ripararsi e continuare a patire durante le partite (perché a Firenze, si sa, se un si patisce un si gode) ma finalmente all’asciutto.

O forse, visto che ormai da diverso tempo s’è trasferito a Campi Bisenzio, spera in un colpo di fortuna, lo stadio sotto casa, là nella Piana.

Abitare a Firenze era diventato insostenibile, per lui che è nato e cresciuto in centro. E allora, il giorno in cui la banca gli concesse un mutuo, dopo un pianto e un lamento, capì che l’unico modo per avere una casa propria (e abbastanza grande per la su’ famiglia) era cercarla fuori dal Comune. Scelse Campi perché era vicino ai’ lavoro, all’Osmannoro, e perché tutto sommato, la zona era ben servita di negozi, supermercati, scuole pe’ figlioli. Pazienza che la domenica, per raggiungere lo stadio, bisognava partire parecchie ore prima rispetto a quando stava a Firenze.

Che poi Campi, Sesto, Calenzano, ma anche Prato, son da sempre parte integrante di quel dodicesimo uomo in campo che da sempre sostiene la maglia viola, chiunque ci sia in campo e chiunque ci sia a guidarla. Pensa ai’ Pompa, per dirne uno. Il fondatore degli Ultras, autentica leggenda del tifo viola, che ogni domenica partiva da Prato per raggiungere quella curva che lui e pochi altri fecero diventare, negli anni ’70, il cuore pulsante dello Stadio Comunale.

La Fiorentina non è solo la squadra di Firenze: suoi appassionati si trovano ovunque, a maggior ragione in quell’area che ora si chiama Città metropolitana di Firenze.

Se metropoli dev’essere, che metropoli sia.

E allora perché trincerarsi nei vetusti confini comunali? Chi vi scrive è sempre stato dell’idea che lo stadio a Firenze c’è di già, che è già stato abbastanza rimaneggiato alla fine degli anni Ottanta e che ha bisogno solo di essere mantenuto sicuro e coperto. Son sicuro che di tutti questi discorsi sui’ritorno di immagine, alla maggior parte de’ tifosi un gliene frega una sega. Anche perché Firenze quanto a immagine non ha di certo bisogno di ulteriori ritocchi.

Semmai si dovesse far lo stadio novo, lo farei a San Donnino, abbattendo quel troiaio di struttura – l’inceneritore – che tanti lutti ha causato in quel di Campi Bisenzio, per colpa di Firenze. Potrebbe essere un modo per chiedere scusa e alimentare l’antica passione viola anche fuori dal Comune, arginando il sempre concreto rischio di infiltrazione bianconera!

Emanuele Baciocchi – Associazione Progetto Firenze