L’intenzione dichiarata di voler coinvolgere chi vive quotidianamente nelle strade e nelle piazze della città nel disegno del nuovo Piano Operativo di Firenze è certo lodevole e corrisponde a quanto si chiede da molto tempo dall’Amministrazione.
Suscita molte perplessità però che, come primo passo in questa direzione, si sia scelto di ricorrere a cinque questionari online anonimi, uno per ciascun Quartiere.
Questionari che, oltre a rivolgersi solo alla parte “digitalizzata” della cittadinanza, appaiono formulati più allo scopo di ottenere conferme che concreti suggerimenti. Sfugge poi del tutto il senso di inserirvi domande finalizzate a ottenere informazioni sulla condizione socioeconomica del compilante (età, nazionalità, numerosità del nucleo familiare, tipologia di attività, difficoltà o meno di arrivare alla fine del mese). L’ufficio di statistica del Comune dispone infatti già di informazioni dettagliate sulla composizione anagrafica e reddituale di ciascun quartiere, quindi, a meno che l’intenzione non sia di stratificare l’analisi delle risposte ai questionari rispetto a questi parametri per poi magari attribuire un diverso peso alle diverse “classi”, non se ne vede lo scopo.
Vi è poi un difetto intrinseco al disegno operativo della piattaforma: poiché al compilante non si chiede di identificarsi in alcun modo, ciascun questionario può essere compilato da chiunque e più volte dalla medesima persona, falsando completamente il risultato finale.
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