IL TEMPO DEI PROGETTI E QUELLO DELL’AZIONE. LETTERA APERTA AL SINDACO DI FIRENZE

IL TEMPO DEI PROGETTI E QUELLO DELL’AZIONE. LETTERA APERTA AL SINDACO DI FIRENZE

Caro Sindaco,

è passato quasi un anno da quando alcune tra noi le rivolsero un accorato appello a fare quanto nelle sue possibilità per porre un freno al dilagare degli affitti brevi e della ricettività extralberghiera nello spazio residenziale. Nella sua cortese risposta di allora, pur non mancando di attenzione, evidenziò gli ostacoli frapposti dalle normative regionali e nazionali a un’azione diretta dei Comuni attraverso gli strumenti urbanistici. A conferma di tale vincolo di prudenza, anche nel nuovo Piano Operativo non sembra si sia ritenuto possibile inserire modifiche sostanziali a protezione della categoria d’uso residenziale da utilizzi diversi da quello abitativo propriamente detto.

Allora come oggi, una normativa nazionale che dia chiare deleghe ai Comuni per intervenire in materia resta senza dubbio obiettivo essenziale da realizzare, per Firenze come per molte altre realtà. Gli ostacoli sono molti, ne siamo consapevoli, troppi forse perché il problema possa essere affrontato dalla mobilitazione di una singola città, seppur autorevole come Firenze. Per fortuna Firenze non è sola.

Oggi, una solida possibilità per fare breccia nel muro che ha sin qui frenato ogni tentativo di governare gli affitti brevi, ci sembra possa venire dal lavoro di una rete di realtà civiche coordinate dal movimento veneziano “Alta Tensione Abitativa“. Un lavoro di mesi con cui ci è stata data la possibilità di confrontarci, che si è concretizzato in una proposta di legge presentata nei giorni scorsi a Venezia e a Milano.

Il testo, che ci preme ora sottoporre anche alla sua attenzione, offre a nostro avviso proprio quella possibilità, che lei invocava per i Comuni, di intervenire in modo autonomo e diversificato per governare i conflitti con il dovuto riguardo ai diritti individuali e agli interessi collettivi. La normativa nazionale che si propone, infatti, mira a stabilire per i Comuni con certificata alta tensione abitativa (art. 8, comma 1, della legge 9 dicembre 1998 n. 431) la possibilità (e non l’obbligo) di sottoporre a un regime di licenze quinquennali le locazioni brevi svolte al di fuori della propria residenza principale, e di stabilire una soglia massima, eventualmente anche differenziata per zone, al numero totale di immobili residenziali utilizzabili a fini ricettivi. Un regime di autorizzazioni, da cui – è bene ribadirlo – resterebbero esenti coloro che affittano la propria abitazione in parte o per non più di novanta giorni l’anno, che può essere eventualmente applicato anche a tipologie ricettive extra-alberghiere laddove svolte in immobili ad uso residenziale.

Insomma, proprio il tipo di norma che abbiamo tutti convenuto sin qui mancasse e che darebbe al nuovo Piano Operativo di Firenze strumenti fondamentali per disegnare una città capace di svilupparsi in un equilibrio sostenibile tra residenti e visitatori e più attrezzata a confrontarsi con le tante emergenze globali.

Laura Grandi, segretaria del Sunia di Firenze e della Toscana, 

Grazia Galli, segretaria dell’Associazione Progetto Firenze, 

Giacomo Menegus, Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Macerata e membro di Ocio – Osservatorio CIvicO sulla casa e la residenza Venezia

ATA- Alta Tensione Abitativa

 

Qui il testo integrale della proposta di legge