Esterno del carcere di Sollicciano circondato dal muro di cinta, ammalorato in più parti.

LA PROPOSTA DI NARDELLA SU SOLLICCIANO RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UNA AFFASCINANTE BOUTADE AGOSTANA PRIVA DI CONCRETEZZA, PUR AVENDO DEGLI ASPETTI INDISCUTIBILMENTE POSITIVI. PRIMA DI DEMOLIRE UN CARCERE VA COSTRUITO UN PONTE TRA L’ISTITUZIONE TOTALE E LA CITTA’

LA PROPOSTA DI NARDELLA SU SOLLICCIANO RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UNA AFFASCINANTE BOUTADE AGOSTANA PRIVA DI CONCRETEZZA, PUR AVENDO DEGLI ASPETTI INDISCUTIBILMENTE POSITIVI. PRIMA DI DEMOLIRE UN CARCERE VA COSTRUITO UN PONTE TRA L’ISTITUZIONE TOTALE E LA CITTA’

Dichiarazione di Massimo Lensi, Associazione Progetto Firenze

Firenze, 16 agosto 2019

Al termine della visita al carcere di Sollicciano svoltasi a Ferragosto, il presidente dell’associazione Progetto Firenze, in relazione alle ormai note proposte del Sindaco di Firenze, Dario Nardella, di demolire e ricostruire un nuovo istituto penitenziario a Firenze, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Prendendo in considerazione le esperienze del passato, la proposta del Sindaco Nardella rischia di essere annoverata come la classica uscita agostana, affascinante ma priva di concretezza.

Vogliamo però prendere la parte positiva della sua proposta e iniziare a darle gambe per fare un passo in avanti nella giusta direzione.

Sollicciano si trova in uno stato degrado più che preoccupante. Visitiamo quel carcere ormai da quindici anni senza aver mai notato significativi cambiamenti in positivo. Demolirlo, anche con interventi a frequenza scaglionata, significa, però, aprire una prospettiva di almeno quindici anni, senza aver compreso che la realtà dei problemi riguarda principalmente l’oggi, chi ci lavora e i 700 e passa ristretti che là scontano la pena in condizioni terribili. Persone, queste ultime, che non hanno la possibilità di sperare in un futuro diverso lontano dalla scuola del crimine.

Il carcere è un insieme sociale, economico e pedagogico i cui problemi non sono riconducibili solo allo stato di degrado strutturale.

Per affrontare l’emergenza Sollicciano servono innanzitutto intereventi concreti per potenziare subito la parte che riguarda la elaborazione dei percorsi rieducativi.

Vanno perciò incentivate le misure per l’esecuzione penale esterna e va presa in considerazione, specialmente da parte di un Comune, la possibilità di offrire percorsi di inserimento al lavoro e un posto dove dormire nei primi mesi fuori dal carcere, anche lavorando in collaborazione con le tante comunità presenti nel nostro territorio.

Occorre, a tal fine, una reale volontà politica per dare un significato positivo al lavoro dei soggetti coinvolti da questo volano sociale: dai detenuti alle associazioni del volontariato e alla direzione del carcere fino al mondo dell’impresa.

Prima di demolire il carcere, va costruito un ponte tra l’istituzione totale e la città, considerando, come modello di lavoro la coesione tra tutti i soggetti. E’ una sfida difficile che si può vincere solo percorrendo la strada tutti insieme.

Vogliamo perciò di nuovo ringraziare il Sindaco Nardella per la sua visita ferragostana, che ha indubbiamente contribuito a riportare attenzione ai problemi del carcere fiorentino. Non ci siamo incontrati durante la visita all’interno dell’istituto, ma questo non significa, almeno da parte nostra, l’assenza di una disponibilità al confronto politico con lui su questa e su altre proposte che potrebbero coinvolgere il Comune di Firenze nel difficile rapporto tra carcere e città.”