LE PAROLE CONTANO: BASTA CON LE NARRAZIONI TOSSICHE

LE PAROLE CONTANO: BASTA CON LE NARRAZIONI TOSSICHE

“Strade e piazze “ostaggio” dei grandi brand? “Qualche disagio per migliaia di posti di lavoro”

Titoli come questi vorremmo davvero non leggerli più. Sono, però, sintesi fedele di una narrazione tossica cui alla fine si finisce per credere tutti. Anche chi, per ruolo e dichiarata vocazione, dovrebbe più di altri evitare di caderci dentro e ancor più di prendervi parte.

Nessuno dubita che Pitti Uomo, o le altre manifestazioni fieristiche della moda, portino ricchezza e lavoro al territorio fiorentino. Ci sembrerebbe però doveroso, per tutti e a partire da chi la Città rappresenta, affermare con altrettanta chiarezza che né l’una, né l’altra sono un’elemosina, e che nemmeno sono la contropartita di “qualche disagio” imposto alla città.  Sono semmai, e soprattutto, i frutti dell’enorme ricchezza di competenze, saperi, dedizione, fatica che i lavoratori, le imprese, le scuole, la cultura diffusa e gli investimenti istituzionali del territorio fiorentino offrono alla moda. E, come ben sappiamo, non solo a essa.

Dunque, perché non rivendicarlo con fierezza in ogni occasione, fiere in primis?

Trascurare di ancorare con doveroso puntiglio il “brand Firenze” a questa ricca molteplicità di contributi significa non averne capito pienamente il valore.

Significa privare quello stesso brand della forza vitale che gli ha sin qui garantito di rinnovarsi con sapienza e creatività. Significa condannarlo all’esproprio e a una volatilità che farà scomparire dal territorio non solo ricchezza e lavoro, ma anche le persone che l’hanno creato, o per usare la terminologia in voga il capitale umano.

Significa, nei fatti che inevitabilmente ne conseguono, demandare a marketing e impresa anche il ruolo che politica e istituzioni dovrebbero difendere gelosamente e svolgere in una prospettiva più ampia; per il bene di tutti, anche d’impresa e lavoro.

Quand’anche gli si chiedessero sacrifici e disagi nessun residente di Firenze, lavoratore, imprenditore o pensionato che sia, si sognerebbe mai di lamentarsi per una manifestazione che lo riconoscesse partecipe attraverso la città in quanto tale. Trasformare la città in una vetrina di eventi da cui sistematicamente lo si esclude porta a perdere di vista quella prospettiva più ampia su cui disegnare programmi e bilanci per accompagnare con le dovute tutele la costruzione della realtà di domani, invece di condannarsi a rincorrere i problemi dell’oggi.

Ripensateci nell’organizzare la prossima fiera. Vi succederà magari di scoprire che progettarla CON Firenze, invece di limitarvi a farla a Firenze, può essere la chiave per generare più ricchezza, crescita e soddisfazione per tutti, anche per i global buyers di Pitti Uomo.