LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO LEONARDO BASSILICHI. NON SOLO STAKEHOLDERS: SE AL TAVOLO MANCANO I RESIDENTI IL FUTURO DI FIRENZE È SEGNATO

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO LEONARDO BASSILICHI. NON SOLO STAKEHOLDERS: SE AL TAVOLO MANCANO I RESIDENTI IL FUTURO DI FIRENZE È SEGNATO

Foto di copertina © Massimo Lensi

Gentile presidente Bassilichi,

ho letto con interesse le considerazioni che ha espresso ieri nell’intervista rilasciata alla Nazione, in merito all’iniziativa “AndiAmo in centro” promossa da Confesercenti e in generale rispetto alla costruzione della Firenze del futuro. Da molto tempo i residenti del centro storico (e non solo) segnalano come urgente la necessità di trovare un equilibrio giusto tra turisti, attività commerciali, residenti, e – mi permetto di aggiungere – industria del turismo, che di tutta evidenza include un complesso di attività che trascendono le categorie facenti capo alla sua associazione.

Una richiesta ancor oggi reiterata, che si è tradotta in molte proposte:

un ripensamento dell’attuale ZTL, per corredarla di un sistema di mobilità pubblica capillare e renderla funzionale anche alla sosta attraverso la riorganizzazione dei tanti parcheggi ora sottoutilizzati; maggior tutela e sostegno per i mercati, i servizi e le attività di prossimità (il caso della Farmacia San Felice è solo l’ultimo esempio all’attenzione della cronaca); un appello per la regolamentazione degli affitti brevi, culminato con l’adesione di Firenze al gruppo delle città europee che chiedono all’UE nuove regole per le piattaforme web delle locazioni turistiche.

E ancora tante altre proposte per recuperare spazio abitativo e ripopolare di residenti un centro storico che, privato del suo Genius Loci, rischia di perdere la sua principale ragione attrattiva, anche per il turismo e le attività economiche che su esso si fondano.

Trovare una sintesi tra gli interessi e le necessità delle tante categorie in gioco nel nome della sostenibilità e dell’identità che la città deve ritrovare è ancora possibile. Pensare di farlo riunendo in cabine di regia solo i soliti “stakeholders”, continuando a escludere dai tavoli di discussione i residenti, sarebbe folle. In gioco c’è il futuro di Firenze.

Se non saremo capaci di costruirlo tutti insieme, superando quelle contrapposizioni alimentate dalle miopie politiche che hanno sin qui fatto prevalere l’interesse particolare e momentaneo, difficilmente Firenze potrà tornare ad essere città vivibile e produttiva, sfuggendo a quel destino che sembra ora segnato di città ad uso e consumo dell’industria del turismo globale, sempre meno legata al territorio.

Grazia Galli, segretaria dell’Associazione Progetto Firenze