Il nuovo piano operativo che disegnerà il volto futuro della città non è ancora definitivo, ma Firenze corre. Moderni quartieri ad alta capacità ricettiva sembra siano già in preparazione per nuovi residenti smart o “temporanei” e per turisti “di qualità”.
Tra i vari quartieri che parrebbero delinearsi, uno abbraccerebbe il parco delle Cascine fin quasi a circondarle.
Descriverlo, a parole, è complicato, ma guardando l’area su una cartina non si fatica a visualizzarne l’estensione. O a immaginare due direttrici su cui potrebbero dipanarsi fruttuosi collegamenti per rendere questo spicchio della Firenze Prossima assai appetibile anche ai più accesi sostenitori dello smart & green.
L’inatteso ritorno in auge del vecchio progetto per una strada di connessione tra via Pistoiese e viale Fratelli Rosselli, ben si inquadrerebbe in quest’ottica.
Ancor più se rinnovato dall’affiancamento al primo troncone della nuova tramvia per Campi Bisenzio e a una nuova pista ciclabile. Con poche bretelle, qualche svincolo, e magari il tombamento di qualche tratto di Mugnone e Fosso Macinante, si verrebbe a creare un formidabile corridoio di collegamento tra il nuovo quartiere, le principali porte di accesso alla città (quelle esistenti – aeroporto, autostrada, FIPILI – e la futura T4 per Campi Bisenzio), e l’irrinunciabile centro storico.
Dal ponte all’Indiano fino alla Leopolda: una strada, una linea tramviaria e una ciclovia, costellate di tante fermate, con parcheggi scambiatori disseminati lungo tutto il percorso e passerelle “pedonali” di congiunzione con l’area parco.
Ne verrebbe fuori un’efficientissima combinazione, in grado di assicurare spostamenti rapidi di persone e merci, con ogni mezzo ora immaginabile.
Finalmente poi, alcuni luoghi “strategici” diventerebbero raggiungibili in pochi minuti. Tra questi: i tre nuovi Student Hotel (quelli in costruzione nella ex Manifattura Tabacchi e in viale Belfiore, e quello già esistente in viale Lavagnini), le aree eventi nei due ippodromi, l’anfiteatro, il parco della Musica, il polo fieristico della Fortezza da Basso, nonché l’area Unesco. Stessa fortunata sorte toccherebbe alla Manifattura Tabacchi, vessillo della sostenibilità di tutta questa trasformazione, e alle nuove residenze di alta fascia, con strutture ricettive direzionali e commerciali che dovessero sorgere nell’area ex OGR acquisita di recente da un colosso delle costruzioni. Visto in quest’ottica, il progetto sembra bello e destinato a sicuro successo. Nelle due cartine che seguono abbiamo provato a visualizzarlo con un po’ di fantasia, e ci teniamo a mettere in guardia chi legge che sono scenari del tutto ipotetici.
Una nuova cittadella della felicità, autosufficiente e autonoma dal resto della città, del tutto impermeabile al caos e al grigiore dei quartieri limitrofi. Finalmente, chi arriverà a Firenze potrebbe vivere il sogno di immergersi nel bello senza soluzioni di continuità.
Viene da chiedersi però come tutto questo verrebbe vissuto da chi lo guardasse dall’esterno, dall’interno cioè della città reale, fatta di quelle circa 360 mila persone che a Firenze risiedono stabilmente.
– Quelle che vivono intorno alle vie Pistoiese, Baracca, Ponte alle Mosse, Toselli e viale Redi, che di certo respirerebbero un’aria migliore, grazie allo spostamento del traffico sulla nuova strada, ma al contempo potrebbero vedere deviati altrove anche molti clienti delle attività presenti nella zona. Se così fosse, cosa eviterebbe a questa che, di fatto, è già una periferia in difficoltà (sebbene paradossalmente inserita nel ricercatissimo quartiere 1) di “guadagnarsi” lo status di suburra del nuovo quartiere modello?
– Quelle di via Paisiello, cui la recente asfaltatura fonoassorbente fa paventare una futura inclusione nella Pistoiese-Rosselli. Quasi tutte farebbero volentieri a meno di condividere le notti con una Firenze Rock in crescita nella Visarno Arena, così come di trovarsi dietro casa un parcheggio scambiatore. Per molte di loro, come per quelle di via Boito, perdere i suoni dell’avio-fauna di passaggio su Macinante e Mugnone e guadagnare il rumoroso via vai della logistica a servizio continuo della nuova cittadella, potrebbe non essere il massimo della felicità urbana.
– Quelle dell’Isolotto e via Canova, ben salde sulle radici popolari e partecipate di un quartiere dove si sta ancora in strada e ci si conosce tutti. Saranno forse contente di vedere persone nuove e giovani affacciarsi al mercato rionale, ma lo sarebbero ancora se ad attraversare la passerella arrivassero anche la movida e qualche operazione immobiliare di allargamento della cittadella?
– Quelle del centro storico, che per la mobilità alternativa hanno maturato un’attenzione spiccata soprattutto ad evitare di essere investiti sui marciapiedi, potrebbero forse essere le meno scontente; in fondo la loro qualità di vita peggiorerebbe di poco. E menomale, dato che il risiedere in Centro è ormai un modus vivendi prossimo allo stoicismo.
– Quelle che, da tutti e cinque quartieri di Firenze, hanno sempre vissuto le Cascine come “il parco dei fiorentini”, cioè aperto sempre e a tutti, per definizione. Già costrette a divenire clienti paganti per sedere nelle piazze storiche della loro città, non faranno salti di gioia se anche nel parco pubblico si dovesse permettere un allargamento smisurato delle concessioni commerciali e si arrivasse a invocare cancellate. Già in questi ultimi anni se ne sono viste ampie porzioni trasformate in spazi eventi a pagamento, quando non esclusivi, o in aree di decollo e atterraggio elicotteri per sorvoli turistici della città, in barba a ogni intento di sostenibilità ambientale. Tutto temporaneo sin qui, ma se si creano attrazioni e gli si fa crescere intorno la domanda cosa ne impedirà una trasformazione definitiva, magari a suon di iniziative temporanee sempre più frequenti? Che dire poi dei fiumi di macchine già oggi parcheggiate spesso fin dentro i vialetti pedonali? Ci saranno i nuovi parcheggi, certo, ma è lecito chiedersi se basteranno, o se, complici le tariffe esose, finiranno per essere usati il giusto, riproducendo la sosta-selvaggia-ovunque ben nota nella ZTL. Ci sarà prima o poi lo scudo verde, forse. Il quale però, come già ora ci viene detto, servirà principalmente a fermare il traffico pesante in transito per la città, non quello diretto in città, mentre al traffico privato imporrà semmai balzelli, che si sa poco scoraggiano chi arriva per comprare e consumare.
– E infine: in tutto questo bailamme, che ne sarà dei naturali abitanti del parco, della flora e della fauna stanziale e di passo, e dei suoi corsi d’acqua?
Perché diciamo tutto questo? Perché confidiamo sul fatto che, pensandoci per tempo, molti problemi si possano prevenire.
Parliamone dunque, ma per bene, non solo in riunioni di un Consiglio di Quartiere, o con questo o quel comitato di zona. E senza ricorrere a strumenti piacioni e discutibili, come i percorsi partecipativi e i concorsi d’idee. Non siamo contro l’innovazione, affatto, ma riteniamo vada usata con saggia serietà, per permettere a tutti di capire bene i possibili progetti allo studio e provare insieme a immaginarne l’impatto nello spazio e nel tempo futuro.
Progettare cambiamenti significativi alla mobilità, come quelli che la nuova Pistoiese-Rosselli potrebbe portare con sé, non è cosa da affrontare solo in un paio di pagine della sterminata documentazione del PUMS (in Appendice 1 a pagina 44). L’impatto di questa nuova strada sulla città e su tutto il territorio metropolitano sembra andare decisamente oltre l’ambito, pur fondamentale, della mobilità e investire aspetti importanti dello sviluppo urbanistico, economico e sociale di tutta la città e del territorio metropolitano.
Ancor di più se questo s’inscrive in un disegno che si dispone ad assecondare la crescita di un’economia che fa dei servizi a turisti e city users, a qualsiasi titolo, la propria ragion d’essere. Il senso di trasferire alla Leopolda i nuovi uffici dell’ampliato assessorato al Turismo sembrerebbe suggellare, anche simbolicamente, il significato prioritario della trasformazione urbanistica che potrebbe realizzarsi intorno alle Cascine.