Foto di copertina: la distribuzione degli annunci a New York per interi appartamenti (rosso) o porzioni di immobili in condivisione (verde) fotografata da InsideAirbnb.com a fine 2018
Nello Stato di NY Affittare una casa per meno di 30 giorni, salvo sia in coabitazione con il proprietario, è in teoria proibito già dal 1929 sulla base della “Multiple Dwelling Law”, ribadita nel 2011 da una legge che ha destinato al solo uso residenziale permanente gli edifici con più di 3 unità abitative. Tuttavia, in mancanza di sistemi di controllo capillari la città della Grande Mela è divenuta negli ultimi anni la detentrice del record degli annunci online per gli affitti brevi negli USA (47,542 a novembre 2018).
Nel 2013, dopo un contenzioso legale con il Procuratore dello Stato le principali piattaforme online sono state costrette a consegnare i dati degli inserzionisti rivelando che oltre il 70% delle inserzioni era illegale e che il 30% era gestito da un ristrettissimo numero di inserzionisti. Migliaia di stanze e più di un migliaio di edifici facevano capo a speculatori immobiliari che li utilizzavano per gli affitti brevi.
Nell’ottobre 2016, a fronte di una crisi abitativa drammatica, con oltre 60,000 persone costrette a vivere in strada e canoni d’affitto esorbitanti, il Governatore dello stato di New York ha introdotto una nuova legge, la “Anti-Airbnb Advertising Law” con la quale diventa illegale anche solo pubblicizzare (attraverso qualsiasi media) offerte di affitto breve che non siano per ambienti in condivisione con il proprietario. La sanzione prevista per la prima infrazione è di 1000 $ e sale a 5000 e 7500 $ per la seconda e le successive infrazioni; inoltre, a subirla sono anche i proprietari della casa, quand’anche non direttamente responsabili dell’annuncio pubblicitario.
Anche questa legge non ha però avuto l’effetto sperato. Uno studio condotto da Murray Cox nello stesso anno mostrava, infatti, che gran parte delle inserzioni per l’affitto d’interi appartamenti erano rimasti online sotto le voci “camere” e “camere in condivisione”.
Per rendere la misura efficace, lo Stato di New York ha quindi introdotto nel 2018 una nuova legge che ribadisce i divieti precedenti e obbliga le piattaforme online degli affitti brevi a fornire generalità e indirizzi degli inserzionisti, nonché dettagliate informazioni sugli annunci. Nonostante le opposizioni la nuova legge sembra cominciare a dare frutti come dimostrano i recenti casi giudiziari.