NO FANS, NO FOOTBALL; NO CITIZENS, NO CITY!

NO FANS, NO FOOTBALL; NO CITIZENS, NO CITY!

Quanti discorsi s’è sentito!

“Lo stadio va buttato giù e rifatto novo!”

“No, un si pole, l’è un’opera d’arte!”

Ma nemmeno se butto giù le curve e basta e le rifò più vicine ai’campo?”

“Mah, vediamo”.

“Facciamo una cosa. Si piglia la torre di Maratona e le scale elicoidali, si smontano e si rimontano da un’altra parte, e i’resto si tira giù co’ buldozze”.

“Che se’ grullo!?”

“E allora vaffandomo, tieniti codesto rudere e sistematelo da te, lo stadio si fa da un’altra parte, fori porta, a Campi, oppure ai’ posto di quell’altro troiaio che c’è costì o costà. Compro ogni cosa e ci fo negozi, barri, ristoranti, lampredotti d’oro, chianine lesse, e magari qualche bell’albergo, che dice a Firenze ce n’è pochi. Problemi?”

“Diamine! Un si può fare né lì né là, c’è da tener conto di aeroporti, tramvie, discariche, ruderi, aggeggi di ogni genere. È un gran canaio”.

“Allora basta, un fo più nulla, tieniti lo stadio, i tu’ troiai e gestisciteli da te”.

“Vaffandomo te, io mi metto a fare fund raisinghe, trovo un fottìo di quattrini e vedrai che stadio ti rifò, senza scontentà nessuno. Mi dispiace per te, ti toccherà pagà l’affitto. Di sicuro trovo fior fior di filantropi e archistarre che un vedan l’ora di mettessi a disposizione ni’ nome della cultura”.

E invece a regola nisba, dato che alla fine i quattrini l’ha messi i’Governo, prendendoli da qui’ famoso piatto ricco scucito dall’Europa (quella che sta sulle scatole a tutti a parte quando scuce).

Parecchi quattrini che all’inizio sembravano giusti giusti per rimettere in sesto tutta la situazione post-covidde; sai, la sanità uscita un po’ malconcia da mesi e mesi di guerra, l’ambiente che – siam tutti d’accordo – va tutelato, monitorato, valorizzato, se non vogliamo che fra qualche anno nello Yorkshire tirin su ettari su ettari di vitigni di Chianti, e tante altre cosine che forse andrebbero fatte prima di rifar lo stadio; per il quale – se proprio lo vol fare i’Comune – basterebbe una sistematina, evitare che si caschi di sotto mentre si fa “chi non salta è bianconero” e magari… coprirlo!

Eh sì, si torna sempre lì. Ma dico io, mesi e mesi di partite senza spettatori, i’tempo per fare una tettoia ce l’avreste anche avuto. Intanto a quest’ora la c’era.

E sai quante broncopolmoniti si eviterebbero al rientro sugli spalti (speriamo presto, un ne posso più…). Quella sì che era una soluzione concreta a un problema sanitario! Ma lasciamo stare. Ormai siam quasi tutti vaccinati e prima o poi si tornerà a veder la Fiorentina tutti insieme, a patire dai’ vivo e non alla tele o alla radio, come piace a noi. Oddio, sempre che gli impegni lo consentano: dato che ormai voler andare alla partita significa dovessi segnare sull’agenda giorni e orari decisi dalle televisioni a pagamento, che fra pochino sarebbe bene che pagassero noi spettatori come comparse, visto che siamo ormai parte dello spettacolo offerto ai “tifosi” da divano. E ‘avoglia di’ cantare – come fo sempre anch’io – “no al calcio moderno, no alla Pay-tv”: questi ormai fanno come gli pare a loro, pe’ raccattare più quattrini possibile. E la partita può capitare di venerdì all’alba, sabato ai’ tocco, domenica pe’ cena, o lunedì in pausa pranzo. Sempre meno, come a’ bei tempi, la domenica alle 15 a primavera e alle 14.30 d’inverno. Che poi, a sentire i discorsi in giro, sembra che tanti abbiano la nostalgia di quella modalità, così semplice e naturale; salvo poi dover constatare l’assuefazione alla realpolitik finanziaria con discorsi del genere: “oggi il calcio è così, ci vuole questo, e quest’altro, i profitti… i ricavi…”. E quindi gli stadi grossi, co’ centri commerciali, co’ gli alberghi, co’ sushi e i’merciandaisinghe.

Ma lo sai icché? Io sto con gli Ultrà! Il calcio moderno un mi garba; come un mi garba l’appropriazione delle città da parte di speculatori di ogni sorta.

Ho massima stima dei tifosi inglesi che, appena saputo della SuperLega, son scesi in strada pronunciando un semplice ed efficace slogan: no fans, no football. E da soli son riusciti a far tornare sui propri passi le società inglesi, facendo naufragare il folle intento di creare quell’ignobile circo di lusso, senza competizione reale; e mostruosamente remunerativo (per i soliti pochi, tra i quali una società italiana a caso…)

E allora si potrebbe dire: no fans, no football; no citizens, no city!

Emanuele Baciocchi