Foto di copertina: la distribuzione degli annunci a Parigi per interi appartamenti (rosso) o porzioni di immobili in condivisione (verde) fotografata da InsideAirbnb.com a fine 2018
Già nel 2017 la più nota piattaforma degli affitti brevi annoverava a Parigi qualcosa come 58,158 annunci. Il caro affitti e l’enorme diffusione delle locazioni turistiche in interi appartamenti per mano di un crescente numero di operatori professionali e speculatori finanziari, hanno indotto il Sindaco a emanare provvedimenti che regolano gli affitti brevi a scopo turistico.
Le nuove norme permettono di affittare tutta o parte della propria abitazione di residenza (se non è oggetto di un affitto sociale) per un massimo di 120 giorni l’anno, con l’obbligo di: produrre l’autorizzazione del proprietario dell’immobile, riscuotere dagli ospiti la tassa di soggiorno e iscriversi a un registro comunale che censisce l’attività assegnandole un numero da esporre in ogni inserzione pubblicitaria.
Per esercitare l’attività per più di 120 giorni, o per affittare seconde case, è obbligatorio richiedere il cambio di destinazione d’uso da residenziale a commerciale con compensazione. In altre parole, per convertire l’uso di un immobile da abitativo a commerciale, un secondo immobile commerciale nello stesso distretto deve contemporaneamente cambiare destinazione e diventare abitativo. Ottenuto ciò chi vuole condurre locazioni brevi per più di 4 mesi all’anno deve anche iscriversi al registro delle imprese, dotarsi di un numero identificativo e ottemperare a tutti gli obblighi contributivi e fiscali previsti per le imprese.
Nel frattempo, l’amministrazione parigina ha avviato una serie di azioni giudiziarie sanzionando sia gli operatori non registrati (con multe fino a 50,000€ cui possono essere aggiunti 1000€ al m2 del locale sino a regolarizzazione della pratica), sia le piattaforme accusate di pubblicare annunci di attività non registrate (alla sola Airbnb è stata comminata una sanzione di 12,5 milioni di euro).
Provvedimenti ancora più drastici sono in fase di studio per vietare del tutto l’affitto di interi appartamenti nei quartieri centrali di Parigi (dove tra il 2013 e il 2018 ben 20,000 immobili sarebbero stati spostati dal mercato residenziale a quello turistico), autorizzando solo l’affitto di stanze nel proprio appartamento di residenza.