Foto di copertina © Massimo Lensi
Non è facile discutere di nuovi assetti istituzionali in contesti solidamente ancorati al passato. Eppure l’area fiorentina potrebbe diventare un laboratorio di scelte strategiche innovative e interessanti. Il territorio ha le caratteristiche politiche e ambientali adatte a rimescolare le carte e a cercare i profili amministrativi più adeguati alle necessità dello spazio urbano. Molte delle scelte che interessano la vita quotidiana dei cittadini – mobilità, costo dei trasporti, accoglienza turistica, gestione di rifiuti, acquedotti, strade, scuole, eccetera – passano, infatti, dalla coesione amministrativa della filiera degli enti locali. Una filiera che comprende il Comune, in quanto organo territoriale principale, la Regione, tutte le società partecipate di gestione dei servizi pubblici locali, e, come insegnano le questioni inceneritore e aeroporto, i comuni limitrofi.

La Grande Firenze: 650 mila abitanti legati da interessi e problemi comuni.
Il Comune di Firenze ha una superficie limitata ed è circondato da dieci comuni limitrofi con i quali compone un’area realmente omogenea, per interessi e strategie economiche. Nel 2013 la Provincia di Firenze lanciò la proposta della “Firenze Grande”: un’unione amministrativa tra Firenze, Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Fiesole, Impruneta, Signa, Lastra a Signa, Pontassieve, Scandicci e Sesto Fiorentino. L’area creata da tale fusione avrebbe incluso 650 mila abitanti e sarebbe stata assai funzionale a innovare le strategie territoriali e a promuovere cooperazione e integrazione.

La legge Delrio e l’esperimento Città Metropolitana.
A suo tempo, la proposta della “Firenze Grande” suscitò interesse. Cadde però nel vuoto a causa dell’entrata in vigore della legge 56/2014 – la cosiddetta legge Delrio – che abolì le Province. Al posto della Provincia Firenze si ritrovò la Città Metropolitana, un ente di secondo grado eletto non dai cittadini ma dai consiglieri comunali e dai sindaci dei comuni dell’area, con competenze differenti dall’ente originario. Dopo una prima legislatura, la Città Metropolitana di Firenze si è palesata un fallimento. Un ente lontano dal territorio, astratto e pieno di ruggine, con costi che sfiorano quelli della Provincia senza però fornire gli stessi servizi.
Una fusione ancora molto attuale.
Condividere i problemi e le risorse per ritrovare insieme un’identità di area potrebbe, a questo punto, rivelarsi una proposta ancora valida e utile. In fondo, un’unica conurbazione comprendente Firenze e i Comuni della cintura fiorentina c’è già nei fatti. Così come comuni sono le identità sociali, economiche e culturali. Il problema, semmai, è trovare un’adeguata risposta istituzionale per gestire efficacemente i livelli di discussione dei problemi. Se poi ai nuovi livelli amministrativi si affiancassero, su specifiche problematiche di area, esperimenti pilota come i “consigli dei cittadini” sorteggiati attraverso il meccanismo della manifestazione d’interesse, allora sì che l’intera area della Firenze Grande ritroverebbe entusiasmo ed energia.
Progetto Firenze intende aprire un dibattito sereno e franco anche su questo fronte per progettare insieme un’unica grande città metropolitana omogenea, con organi eletti dai cittadini, capace di affrontare i problemi e, soprattutto, di risolverli.