Foto di copertina © Massimo Lensi
Quando ho scattato questa foto non avevo altra intenzione che documentare la realtà. Non sono “scandalizzato” dalla turista a cavallo su Ponte Vecchio, ci mancherebbe. Né intendo puntare il dito contro questa nuova experience turistica. I problemi di Firenze non si risolvono nell’ambito di mettere una pezza qua e un cerotto là. Il problema non è il centro storico, luogo in attesa della definitiva e ultimativa trasformazione. Lo vado ripetendo da tanto tempo: il nuovo equilibrio tra la città e i residenti dovrebbe partire dall’attuale status quo e da qui ripartire con nuove regole.
Firenze è più cose: i suoi quartieri “periferici”, i comuni confinanti, l’ipotesi di un comune unico. Una nuova identità. Il primo obiettivo sono appunto le regole. Gli strumenti della cosiddetta partecipazione non funzionano e non sono più adeguati.
Ne occorrono di nuovi. Faccio due esempi al volo: referendum cittadini (ma con un diverso regolamento) e assemblee deliberative. Per poi riempirli di contenuti civici, grazie al lavoro e all’esperienza dei comitati, delle associazioni e dei residenti tutti. Ognuno alzando la propria bandiera associativa o esistenziale. Potrebbe diventare un buon asset destinato alla piattaforma di una base logistica per il nuovo equilibrio di una città “larga”. Il periodo del Covid non ha insegnato niente ai vecchi equilibri economici e sociali e allora è meglio prenderne atto. Il rischio futuro non è certo contenuto, non è quello di una città bonus pater familias. È facile irritarsi alla vista del cavallino su Ponte Vecchio, ma sarebbe un errore considerarlo un problema. È soltanto l’espressione genuina di una vecchia logica commerciale, che si basa su un preciso modello di sviluppo.
Firenze non è solo il centro storico, non è Ponte Vecchio. Firenze produce dati digitali, e altre meraviglie molto poco open. Firenze deve soltanto tornare a produrre cittadinanza. Ma tutti insieme.
Massimo Lensi