PERETOLA, NON SOLO AEROPORTO

PERETOLA, NON SOLO AEROPORTO

Foto di copertina © Emanuele Baciocchi

Chi va e chi viene, da Peretola passano tutti. Aerei in decollo e in atterraggio, Tir diretti all’Osmannoro, corrieri, pullman carichi di turisti cinesi in uscita dall’autostrada. Si direbbe che Peretola non sia altro che un varco di accesso alla città di Botty & Celly e un corridoio per le aree industriali della Piana. Una periferia trascurata come se fosse un non-luogo di passaggio senza arte né parte.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Invece no.

Peretola è un luogo vivo. E amato appassionatamente da chi vi risiede. Gente tenace, che si batte per ottenere quanto gli spetta: sicurezza, decoro, vivibilità, e diritto al riposo notturno. Già, perché all’inizio degli anni ’80 a Peretola fu costruita quella che doveva essere un’espansione della Casa del Popolo. In realtà divenne subito una discoteca, anche molto famosa e frequentata da celebri artisti. Oggi è un chiodo nelle tempie di chi risiede nei pressi, per gli schiamazzi, i vandalismi e quant’altro vi sia di necessario annesso alla movida ad alto tasso alcolico, che vi si svolge attorno.

Peretola, periferia ovest di Firenze, ha carattere e storia da vendere.

Le tracce possono sfuggire a chi sfiora Peretola frettolosamente, ma a chi, come noi, coltivi la passione per l’archeologia cittadina si palesa il genius loci anche tra le macerie dello sprawl urbano. Il Borgo di Peretola esiste fin dall’Alto Medioevo. Conobbe grande sviluppo nel XV secolo, trovandosi a cavallo delle vie per Pistoia e Prato. Fu frazione del Comune Brozzi fino al 1928, per poi venire inglobata nel Comune di Firenze. A Firenze ci si ricorda di Peretola quasi solo perché ospita l’aeroporto cittadino – ufficialmente intitolato ad Amerigo Vespucci, grande esploratore fiorentino originario della zona – noto ovunque come Aeroporto di Peretola.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Un’altra figura storica lega il nome di Peretola all’ansia di conquistare spazi e percorrere distanze siderali. Qui nacque, infatti, Tommaso Masini, noto protagonista dei primi, e fallimentari, esperimenti con la “macchina per volare” di Leonardo Da Vinci. Si faceva chiamare Zoroastro da Peretola.

L’arte dimenticata di Peretola.

Inoltrandosi al di là della gabbia di ponti, viadotti, rotonde e aree abbandonate, che assediano il borgo si avrà la gioia di raggiungere la Pieve di Santa Maria del XII secolo (con il Tabernacolo del Sacramento di Luca Della Robbia). Poco più in là l’ottocentesco Oratorio della Santissima Annunziata e, infine, di fronte a una rara bellezza dell’architettura contemporanea: Il Meeting Point Firenze nord. Nato per essere una nuova e moderna porta della città in occasione del Giubileo del 2000, non è stato mai utilizzato come tale e giace inglobato nel parco degli autonoleggio.

Peretola è viva e reclama attenzione.

Girando per Peretola, soprattutto, si incontrano le persone che ci vivono e che cercano di mantenerne la vitalità sociale e restituire dignità a questo bel luogo, con iniziative autogestite cui Palazzo Vecchio non presta sufficiente attenzione. Eccoli quindi che si rivolgono a tutti noi, chiedendoci di sottoscrivere la petizione che hanno promosso e che trovate qui.

Ah, appena potete, fermatevi a Peretola. Scoprirete un borgo che della storia di Firenze fa parte quanto il suo centro storico.