L’immagine di copertina è dal Corriere Fiorentino del 5 maggio 2023
Ieri, nel giorno che ci ha visto partecipare alla mobilitazione delle tante associazioni di cittadini che, da molte città d’Italia, hanno contribuito alla riflessione che ha portato alla proposta di legge “Alta Tensione Abitativa” (dal nome del movimento veneziano, ATA), il Sunia di Firenze ha lanciato una nuova iniziativa, lo sportello “Questo condominio non è un albergo”. Uno spazio dedicato, con la collaborazione della nostra associazione, all’ascolto a difesa dei residenti, cui gli stessi potranno rivolgersi per segnalare i costi occulti, materiali e sociali, della ricettività extra-alberghiera: dai problemi di sicurezza, all’aumento dei costi condominiali e dei servizi, dai rumori a tutte le ore, alla necessità di più frequenti manutenzioni condominiali, alla difficoltà di convivenza negli spazi della città (qui per approfondire).
Se, infatti, per fermare il dilagare degli affitti turistici è di ineluttabile necessità una legge nazionale – che chiediamo tenga conto anche del punto di vista dei cittadini – è altrettanto vero che a Firenze e in tutta la Toscana nuovi limiti dovrebbero essere posti non solo alle locazioni brevi, ma a tutte le forme di ricettività extra-alberghiera, che in termini di carico sui servizi condominiali e della città e di pressione sullo spazio residenziale non hanno certamente un peso inferiore. Il Testo Unico del sistema turistico regionale (LR 86/2016) consente infatti di operare in immobili residenziali senza obbligo di variarne la destinazione d’uso anche a Bed & breakfast, affittacamere e case vacanza.
Lo chiediamo da tempo (per esempio qui e qui), perché in assenza di norme specifiche, anche a fronte del mutare del turismo in quel fenomeno globale e massivo affermatosi nell’ultimo decennio, anche le attività ricettive extra-alberghiere si sono instaurate in immobili residenziali, pressoché tutti i condomini del centro storico ne ospitano una o più, e già da tempo se ne segnala la presenza in molti condomini degli altri quartieri. Un’espansione che qualcuno comincia a riconoscere esser sfuggita al controllo e che ha già causato alterazioni profonde nel tessuto sociale, economico e urbanistico di molte aree della città, favorendo un aumento drammatico del costo dell’abitare, divenuto a Firenze proibitivo per molte famiglie e lavoratori.
Di tutto questo mancano ancora precisi segnali di consapevolezza da parte delle istituzioni e spesso degli stessi cittadini, che si trovano a sperimentare queste situazioni isolati gli uni dagli altri. Riteniamo perciò necessario accendere un riflettore su questo fenomeno preoccupante raccogliendo e riunendo in quadro d’insieme le tante situazioni di disagio che singolarmente faticano a emergere,per poi produrre un documento di sintesi oggettiva da sottoporre al dibattito pubblico per tutelare i diritti dei residenti.