QUOUSQUE TANDEM…?

Sancire l’intangibilità del centro storico (dai tetti rossi a tanto altro) poteva forse ancora ieri sembrare a taluni misura necessaria a tutelare il patrimonio che la storia ha consegnato alla città di Firenze e all’Umanità. A noi di Progetto Firenze questa posizione è sempre parsa una follia, destinata a ritorcersi prima contro le persone che ci vivono, poi anche contro le pietre e l’economia che su quelle pietre si regge.


Nel nostro piccolo, con tante e tanti ben più autorevoli di noi, abbiamo insistentemente segnalato pericoli e costi – ambientali, sociali ed anche economici – di chiusure ideologiche arrivate al punto di vietare i pannelli solari di qualunque tipologia e colore sui tetti dell’area Unesco, e a limitarli grandemente altrove. Nient’altro se non l’ideologia cieca, infatti, può far credere possibile di salvare alcunché, se a priori si decide di ignorare le reali necessità dell’oggetto di tutela.

Già nel 2007 la crescente richiesta di energia nel nostro centro storico era emersa come criticità da affrontare con urgenza nello studio che il Comune di Firenze commissionò al Dipartimento di Energetica dell’Università di Firenze in vista dell’elaborazione del piano energetico ambientale comunale (PEAC).

Qualcuno si è chiesto se quelle necessità fossero compatibili con il no assoluto al fotovoltaico in tutta l’area Unesco e ai limiti posti nelle aree paesaggistiche? No.

Sono stati elaborati e messi a terra piani alternativi? No.

Si è almeno pensato di continuare a monitorare quella criticità, che dal 2007 al 2023 è intanto cresciuta drammaticamente, quantomeno per adeguare le reti di distribuzione alla maggior domanda di energia? La risposta è presumibilmente NO. Episodi di blackout a spot o su intere zone della città si registrano con maggior frequenza, mentre dal 2007 a oggi non risulta pubblicato alcun aggiornamento del PEAC.

La tutela della privacy – ci dissero – impedisce di acquisire nel dettaglio i dati sul consumo energetico della città. Eppure è lecito presumere che le istituzioni sappiano di quanto è cresciuta la richiesta energetica di palazzi pubblici, musei, servizi ecc. Similmente, le associazioni di categoria non dovrebbero aver difficoltà ad acquisire dai propri rappresentati i dati relativi ai kilowatt consumati, oltre a quelli sui costi delle bollette.

Dunque? Di fronte a quanto accade oggi c’è ancora qualcuno che può in coscienza definire imprevedibile l’emergenza che stiamo vivendo? O così folle da pensare che proseguendo con immutabili tutele almeno una vestigia di Firenze possa ancora trarre ricchezza da quelle pietre, mentre la città vissuta ci muore soffocata sotto?