Foto di copertina: L’Annunciazione di San Martino alla Scala di Sandro Botticelli, ora agli Uffizi, originariamente situato nell’ospedale di San Martino alla Scala, dove oggi si trova l’Isituto Penale Minorile “Meucci”
Firenze, 10 dicembre 2019
Dopo la visita compiuta oggi nel carcere minorile “Meucci” di Firenze dalla delegazione coordinata con il Partito Radicale per l’iniziativa “Carceri minorili: riformare, convertire o abolire?“, coordinata da Don Ettore Cannavera, già presidente dei cappellani penitenziari della Sardegna, nella Giornata Mondiale dei Diritti dell’Uomo, rendiamo nota al pubblico la seguente relazione, concordata congiuntamente e redatta da Grazia Galli per Progetto Firenze.
Composizione della delegazione
La delegazione era composta da Sandra Gesualdi (Fondazione Don Lorenzo Milani e Progetto Firenze), Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (consiglieri comunali – Sinistra Progetto Comune), Luca Maggiora (segretario della Camera Penale di Firenze e Associazione Progetto Firenze), Grazia Galli (Associazione Progetto Firenze), Emanuele Baciocchi (Associazione Progetto Firenze) e Massimo Lensi (Partito Radicale e Associazione Progetto Firenze, responsabile della delegazione).
La delegazione è stata accolta e accompagnata dal Direttore, Dottor Fiorenzo Cerruto, e dal comandante della Polizia Penitenziaria.
Sezioni visitate
La delegazione ha visitato il centro colloqui, il reparto detentivo, la sala mensa, il giardino, la biblioteca e le aule laboratorio. Non è stato possibile visitare – in quanto interessata da un cantiere fermo da anni – l’area al pian terreno, dove attendono di essere ristrutturati gli spazi destinati alla cucina (mancante da una ventina d’anni), alla struttura sanitaria e ad aree tecniche ed amministrative. Il completamento della ristrutturazione dell’Istituto è atteso da tempo; il cantiere aperto da vari anni è stato oggetto di ripetuti blocchi, per fallimenti delle ditte appaltanti e anche per indagini della magistratura; il completamento dei lavori richiederebbe lo stanziamento di circa 4 milioni di euro.
Popolazione detenuta
Al momento della visita erano presenti 16 detenuti, di cui 6 italiani (provenienti da varie Regioni), 10 minorenni e 8 in attesa di giudizio di primo grado. Non esiste settorializzazione per reato o provenienza geografica, ma solo tra minorenni e maggiorenni.
Capienza e condizioni degli spazi detentivi
L’area detentiva è stata ristrutturata nel 2009-10, ha una capienza regolamentare di 19 posti ed è in buone condizioni strutturali e igieniche. Le celle sono di tipo convenzionale con 2- 3 posti letto ciascuna (la ristrutturazione data a prima della riforma penitenziaria del 2018), chiuse dal convenzionale blindo, abbastanza spaziose e luminose, il mobilio è decoroso. Ogni cella è dotata di bagno, ampio e fenestrato, con i servizi standard e spazio sufficiente anche per uno stendibiancheria. Alla pulizia delle celle provvedono gli stessi ragazzi detenuti, perciò lo stato di pulizia varia da una cella all’altra. Allo stesso piano si trovano una piccola cucina e la sala comune in cui sono consumati i pasti (agli occupanti di ogni cella è riservato un tavolo); entrambi i locali sono ben illuminati, arieggiati e arredati in modo funzionale.
Al piano terra si trovano la biblioteca, la palestra, le stanze per le attività formative e ricreative nonché un ampio giardino alberato, dotato di panchine e campetto da calcio, su cui affacciano – separate dalle reti di sicurezza – le finestre e i balconi dei condomìni adiacenti. Un altro giardino più piccolo, in condivisione con il Tribunale dei minori, al momento della visita era interessato da lavori per l’installazione di una struttura divisoria più adatta a garantire la separazione dei due ambienti, rispetto all’attuale rete.
Tutti gli ambienti visitati erano ben riscaldati. Riguardo l’impianto di riscaldamento dalla Direzione ci è stata segnalata la mancanza della certificazione antincendio del locale della centrale termica, il cui rilascio è precluso sino a che non saranno portati a termine i lavori di ristrutturazione attualmente bloccati.
Regime di sorveglianza, attività formative e ricreative
I minori detenuti passano gran parte della giornata fuori dalle celle in spazi comuni (dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 15 alle 19:30- 20:00). Previo nulla osta della Magistratura di Sorveglianza, ai detenuti è consentito svolgere attività all’esterno (volontariato, lavori socialmente utili). All’istituto afferiscono 4-5 associazioni di volontariato, che garantiscono la gestione della biblioteca, attività sportive, cineforum, e laboratori vari. Sono inoltre presenti corsi scolastici d’istruzione primaria forniti dal MiUR ma non ci sono corsi di scuola superiore. Sia i ragazzi, sia la Direzione sottolineano la mancanza dei corsi professionalizzanti, una volta finanziati dalla Provincia e ora di competenza della Regione che dovrebbe attivare un bando ad hoc. Percorsi di questo tipo sarebbero certamente di aiuto nel reinserimento sociale.
Vitto
La mancata ristrutturazione della cucina (chiusa da molti anni perché non a norma) costringe a dipendere da forniture esterne per i pasti. Solo la preparazione della pasta avviene nella piccola cucina di servizio allestita al primo piano. Per il resto, dopo aver provato il “vitto trasportato” con esiti non felici (pasti confezionati alle 10 e quindi necessariamente scotti e poco appetibili dopo 2 ore nel carrello riscaldante), la Direzione ha proceduto a vari appalti andati deserti per l’esiguità dei prezzi richiesti, per poi arrivare a una convenzione con una ditta di catering che, al costo giornaliero di circa 35 € a persona, fornisce colazione, pranzo, merenda e cena di qualità soddisfacente.
Area colloqui, visite, telefonate
L’area colloqui è in una sala ampia ma in comune. Per i colloqui sono previste due giornate alla settimana (venerdì e sabato, ma con una certa elasticità) per 3 ore complessive. La direzione ha in programma di realizzare la possibilità per i minori detenuti di fare colloqui via skype con la famiglia e di attrezzare locali per consentire alle famiglie in visita di pranzare insieme.
Personale di Polizia Penitenziaria, educatori, assistenza sanitaria
Gli agenti di Polizia Penitenziaria in forza all’istituto sono 38. Gli educatori 4 (di cui 1 capo area). All’interno dell’istituto c’è un presidio sanitario con un medico incaricato presente per 3 ore nelle mattine dei giorni feriali e un servizio infermieristico di 3 ore al mattino e 2 ore serali. Per le visite specialistiche i ragazzi sono accompagnati all’esterno e in caso di urgenze si ricorre senza indugio al 118.
Per gli arrivi che si verificano durante le ore di reperibilità (pomeriggio, notte e giorni festivi), quando sono presenti unicamente gli agenti di Polizia Penitenziaria il riferimento è al medico in servizio nel carcere di Sollicciano.
Commento a conclusione della visita, rilasciato da Massimo Lensi, Presidente di Progetto Firenze:
“Seppure con una forte attenzione rivolta alle misure penali di comunità e al rapporto con il territorio, l’IPM di Firenze è e rimane un carcere, una istituzione totale.
La piena disponibilità al confronto dimostrata dal Direttore e dal Comandante del corpo di polizia penitenziaria ci ha permesso di constatare pregi e difetti del Meucci. Tra questi ultimi, mi pare doveroso segnalare che la ristrutturazione interna degli edifici è ferma ormai da quattro anni – tra l’altro a causa di questo il servizio pasti deve essere esternalizzato – e rivolgere un forte appello agli enti locali e alla Regione Toscana affinché, insieme al Dipartimento di Giustizia Minorile, siano recuperate le risorse economiche necessarie alla conclusione dei lavori.
La rete territoriale del volontariato in appoggio al carcere minorile sembra funzionare bene, mentre non altrettanto si può dire dei programmi di reinserimento. In questo senso, credo sarebbe opportuno aprire una riflessione con tutti i soggetti coinvolti finalizzata alla conversione della struttura minorile in sintonia con la riforma dell’ordinamento penale del 2018. L’attenzione alle misure di comunità, infatti, deve essere alzato al massimo livello, per concepire una struttura “decarcerizzata” in grado di occuparsi adeguatamente della rieducazione, della formazione scolastica e del reinserimento delle persone minori autrici di reati.
Il fatto che il Meucci sia stato mantenuto nel centro storico di Firenze, in stretto rapporto con la città, non può che facilitare questo compito e tale collocazione va difesa con l’aiuto di tutta la città.”