Foto di copertina © Massimo Lensi
Firenze è ricca o povera?
Per provare a capire come stanno davvero le cose siamo andati a curiosare nei bollettini pubblicati mensilmente dall’Ufficio Statistica del Comune di Firenze. Il numero di giugno 2022 contiene un focus sulla povertà delle famiglie tra il 2013 e il 2018 e mette a confronto il territorio comunale con l’intera la Città Metropolitana, nella quale – è bene tenerlo a mente – il Comune di Firenze è compreso.
Ciò che colpisce, al di là delle variazioni di un punto percentuale da un anno all’altro, è il numero davvero rilevante di famiglie che erano al di sotto della soglia di povertà già due anni prima dell’inizio della pandemia e della attuale crisi economica globale. Nel 2018 una percentuale considerevole di nuclei familiari guadagnava meno di quanto si stimava servisse a vivere dignitosamente: il 14,5% delle famiglie residenti nella Città Metropolitana e il 17,9% di quelle residenti nel Comune di Firenze (3,4% in più).

Dal 2018 a oggi sappiamo che il quadro economico è cambiato in peggio, nonostante i sostegni pubblici durante la pandemia e il reddito di cittadinanza abbiano contenuto il dilagare di situazioni drammatiche[1]. Eppure, oggi come allora, il dibattito pubblico continua a eludere ogni seria riflessione sul modello di sviluppo che ha preso piede nella Firenze “che tutto il mondo vuol vedere”. Quando qualcuno prova a far notare l’alto costo della vita, degli affitti, o la diffusione di lavoro povero si sente rispondere che Firenze è ricca, più del resto della Toscana, e che anzi, grazie al turismo produce e distribuisce ricchezza sul territorio. A supporto di ciò, si snocciolano i dati sul reddito lordo equivalente medio per famiglia, che tra 2013 e 2018 è pure cresciuto un po’, attestandosi nel 2018 sui 27.394 € a Firenze, contro i 25.732 € del reddito familiare medio nella Città Metropolitana [2].
Dunque si può dire che Firenze è ricca? E davvero distribuisce ricchezza?
Provando a scrutare anche oltre il reddito lordo equivalente medio, viene da pensare che in questa narrazione della città qualcosa non torni. Innanzitutto, poiché parlare di nuclei familiari in termini percentuali potrebbe non rendere chiaro il quadro fino in fondo, proviamo a tradurre queste cifre in numeri assoluti di famiglie e di persone.
Nel 2018 le famiglie residenti a Firenze erano 189.406. Di queste il 48,3% era composto di una sola persona, il 24,4% da 2, il 14,6% da 3, il 9,4% da 4, il 2,3% da 5 e l’1% da 6 o più persone [3]. Dunque, se il numero di nuclei familiari sotto la soglia della povertà era il 17,9% del totale possiamo desumerne il numero assoluto in 33.903. Assumendo che anche tra le famiglie povere valesse la stessa composizione osservata per l’intero insieme delle famiglie, possiamo stimare che nel 2018 il numero totale di persone sotto la soglia fosse 66.450.
Proprio così: sessantaseimilaquattrocentocinquanta, quasi il 20% del totale [4] dei residenti nel Comune, che nel 2018 erano 377.204.
Facendo lo stesso calcolo per la Città Metropolitana, dove nel 2018 vivevano 455.071 famiglie [5], (composte per il 38,7% da singole persone, per il 27,1% da 2, per il 17,6% da 3, per il 12, 1% da 4, per il 3% da 3 e per l’1,5% da 6 o più persone [6]), possiamo stimare che i nuclei familiari sotto la soglia di povertà nel 2018 fossero 65.985, per un totale di 137.971 persone, ovvero il 13,6% dei residenti totali della Città Metropolitana, che nello stesso anno erano 1.011.349 [7].
Vale la pena di ripeterlo nel caso qualcuno fosse ancora dell’idea di minimizzare: nella Città Metropolitana di Firenze già nel 2018 ben 137.971 persone erano sotto la soglia di povertà; a questo numero il solo comune capoluogo contribuiva per quasi il 50%, con 66.450 persone, pari a circa il 20% dei propri residenti!
Allora com’è Firenze, ricca o povera?
Se è assodato che Firenze è “mediamente” più ricca della Città Metropolitana, com’è possibile che tra i suoi residenti si riscontri una percentuale maggiore di famiglie e di persone povere? Forse nel territorio comunale le famiglie hanno un numero di componenti maggiore? No, tutt’altro. Le famiglie numerose sono presenti in percentuale minore nel Comune di Firenze, dove tendono semmai a concentrarsi nuclei di una singola persona.

In aggiunta, le differenze tra Comune e Città metropolitana continuano a riprodursi anche confrontando gruppi familiari di eguale numerosità, o tipologia: la percentuale di famiglie povere è sempre maggiore nel Comune di Firenze.


Si potrebbe allora pensare che una delle cause sia da ricondurre alla presenza nel Comune di Firenze di un maggior numero di residenti stranieri, tra i quali la povertà è molto diffusa, tanto che la metà o quasi delle famiglie straniere risultava sotto la soglia di povertà (51,5% nel Comune di Firenze, 48,3 nella Città Metropolitana). Restringendo però il confronto alle sole famiglie italiane, straniere, o miste, le differenze tra Comune e Città Metropolitana permangono. Anche questo fattore perciò non sembra rendere conto della maggior povertà tra le famiglie residenti nel Comune capoluogo rispetto all’intera Città Metropolitana.

Le ipotesi che rimangono in piedi hanno a che fare con la distribuzione della ricchezza e l’ammontare della maggioranza dei redditi.
L’alto reddito medio equivalente, parametro che rassicura uno sguardo superficiale posato su Firenze, potrebbe per esempio derivare da un numero diffuso di redditi bassi accanto a un numero ristretto di redditi molto alti. Viceversa, nella Città Metropolitana il reddito medio equivalente potrebbe sembrare più basso anche in presenza di un certo numero di persone con redditi alti per un maggior effetto di diluizione subito nel calcolo della media in una popolazione più vasta. Su questa seconda ipotesi, senza i dati disaggregati per confrontare Comune e resto della Città Metropolitana non possiamo fare verifiche.
Qualche evidenza l’abbiamo però trovata a supporto della prima ipotesi, cioè che la distribuzione dei redditi a Firenze sia assai diseguale. La fonte è ancora una volta l’Ufficio comunale di Statistica, che nel bollettino di aprile 2021 ha pubblicato la distribuzione in decili del reddito totale dichiarato dai residenti nel Comune di Firenze nel 2019 (redditi persone fisiche 2018). Guardandolo salta agli occhi che circa la metà del reddito lordo complessivo prodotto nell’anno 2018, pari a circa 6,83 miliardi, proveniva dal 20% dei dichiaranti [8]. In altri termini e citando le parole dell’estensore di quel bollettino:
“servono circa 200.000 persone che dichiarano redditi totali inferiori a 34.454 € per eguagliare l’ammontare dei reddito prodotto dalle circa 50.000 persone che dichiarano redditi superiori a tale soglia.”
Basterebbe già questo a mostrare quanto possa essere fuorviante un parametro come il reddito medio calcolato sull’intera popolazione dei dichiaranti. Ma volendo capire conviene andare ancor più nel dettaglio di questa distribuzione dei redditi, emerge con nitidezza il quadro di una Firenze che in maggioranza davvero ricca non è. Ancor meno Firenze appare capace di distribuire ricchezza.
Nel 2018 i dichiaranti residenti a Firenze furono 255.227 [9]. Ai primi cinque decili, ovvero a 127.638 residenti dichiaranti, corrispose solo il 20,2 % del reddito totale prodotto quell’anno. Se proviamo a calcolarle il reddito medio di questo gruppo otteniamo 10.816 €, meno della metà del reddito medio calcolato su tutti i dichiaranti.
Scomponendo ancora, si vede che al primo decile corrisposero 25.522 residenti dichiaranti e un reddito medio annuo di 1606 €, al secondo decile altrettante persone con reddito medio di 6.961 €. Solo dal terzo decile il reddito medio annuo superava i 10.000 € (rispettivamente per il 3°, 4° e 5° decile era 11.244 €, 15.260 € e 19.009 €). Andando oltre, per il 6°, 7° e 8° decile il reddito medio arrivava rispettivamente a 22.221 €, 25.970 €, 31.057 €, arrivando poi a 40.427 € e a 93.974 € nel 9° e 10° decile. Non è ovviamente possibile ricostruire se e come questa distribuzione di redditi individuali si sia ricomposta in redditi familiari di minore disparità, o quanti dichiaranti in ciascun decile abbiano potuto contare anche su redditi di altro tipo, che non risultano dall’analisi sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche pubblicata dall’Ufficio Statistica [10].
Resta però che quanto sopra mal si concilia con la narrazione di una Firenze ricca e generosa distributrice di ricchezza. Ciò che emerge è piuttosto il quadro di una città in cui ancora nel 2018, mentre si celebravano le magnifiche sorti di un’industria turistica in vorace espansione, la distribuzione del reddito era assai diseguale: quasi un quinto delle famiglie residenti si posizionava sotto la soglia di povertà. Una situazione tutt’altro che felice, che da allora si è ulteriormente aggravata, al punto che non la si può più ignorare, o continuare ad affrontarla con interventi straordinari o a colpi di volontariato sociale [11].
Occorre ripensare dalle fondamenta il modello di sviluppo di una città in cui i costi del vivere, dei servizi e dell’abitare sono trainati al continuo rialzo dai consumi di milioni di visitatori e dall’enorme spazio lasciato alla rendita, mentre i salari restano schiacciati in basso dallo scarso valore aggiunto che si accompagna necessariamente a questa monocoltura industriale. Lavorare a Firenze sta diventando insostenibile per un numero crescente di persone che, seppur povere, fattesi due conti in tasca scelgono di esser meno povere altrove, magari in uno dei comuni della città metropolitana, dove ancora con un salario basso si riesce a sopravvivere.
[1] Report 2022 dell’Osservatorio Caritas numeri 1 e 2, scaricabili all’indirizzo http://www.caritasfirenze.it/cosa-facciamo/osservatorio-caritas/
[2] Bollettino di statistica del Comune di Firenze, giugno 2022, pagina 26
[3] ibidem, pagina 27
[4] Nel bollettino dell’Ufficio di statistica di aprile 2021, la stima dei nuclei familiari al di sotto della soglia di povertà, calcolata sulla base dei redditi netti dichiarati per il 2018, indicava un numero inferiore, pari a 26.365 famiglie. La stima superiore che riportiamo qui è calcolata sui dati più aggiornati, rilasciati nel bollettino di giugno 2022, dove ad esser presi in considerazione non sono più i redditi netti, ma i redditi equivalenti, che tengono conto della numerosità e della composizione familiare e di forme di reddito che non necessariamente entrano nella dichiarazione Irpef.
[5] Open data statistici della Regione Toscana, consultabili a questo indirizzo https://www.regione.toscana.it/-/popolazione-in-toscana-dati-2018-su-movimento-naturale-famiglie-e-convivenz
[6] Bollettino di statistica del Comune di Firenze, giugno 2022, pagina 28
[7] Open data statistici della Regione Toscana consultabili a questo indirizzo https://www.regione.toscana.it/-/popolazione-in-toscana-dati-2018-su-movimento-naturale-famiglie-e-convivenz
[8] Bollettino di statistica del Comune di Firenze, aprile 2021, pagina 65.
[9] Ibidem, pagina 36.
[10] Non vi sono inclusi, per esempio pensioni e indennità sociali o di invalidità, i redditi da investimenti finanziari o da attività per le quali è previsto un regime fiscale alternativo tramite cedolare secca, che rientrano invece nell’analisi dei redditi equivalenti.
[12] Diseguaglianze, se il diritto si trasforma in elemosina – StampToscana, 17 febbraio 2022.