Prosegue, su un quotidiano locale, il dibattito sul turismo della paccottiglia, il fiorentinissimo turismo di massa. Bene, anzi perché?
Si continua a chiedere qualità e bellezza, paroline sfuggenti, però di gran moda nel Rinascimento senza fine.
Ieri abbiamo scoperto che il grembiule con le parti intime del David è una vera schifezza, oggi, invece, si propone il portauovo in maiolica a forma di cupola del Duomo come opera di artigianato artistico. Via, fate ‘sto portauovo con le parti intime del David e non se ne parli più!

Insomma, si continua a puntare il dito contro l’industria turistica di massa che tornerà più forte di prima, grazie anche alla potente offerta promozionale degli enti pubblici, mentre la distesa irritante di tavolini del centro storico, e un po’ ovunque, dimostra che la realtà è un’altra. La trasformazione urbana è rampante, e corre veloce. La casa per tutti, il lavoro tutelato, la dimensione sociale dell’abitare, il costo della vita per l’antica residenzialità, la qualità dei servizi di cittadinanza: aspetti questi che non sono mai messi in relazione al turismo di massa. La “paccottiglia” è il vero-falso problema. Turismo povero e cialtrone, buttiamolo giù dalla torre in nome del decoro. O almeno facciamo finta.
La trasformazione nascosta, infatti, si chiama Smart City con i suoi residenti temporanei deluxe. Ecco la vera questione della Firenze “prossima”. Qualità e bellezza, appunto.
Oggi, il Sindaco di Firenze ha detto che questa deve essere l’estate dell’ottimismo. Voglio credergli. Intanto, una grattatina apotropaica alle parti intime del David è atto obbligato. Diamine!
Massimo Lensi