TURISMO INSICUREZZA DEGRADO. IL LEGAME NASCOSTO CHE CI STA SOTTO IL NASO.

TURISMO INSICUREZZA DEGRADO. IL LEGAME NASCOSTO CHE CI STA SOTTO IL NASO.

Foto di copertina © Massimo Lensi

Venti milioni di presenze già nel 2016, tra cui circa quattro milioni di visitatori giornalieri, sono un carico importante. Numeri poco divulgati che chiunque può verificare a pagina 17 dello studio che il Comune di Firenze ha condotto analizzando i ‘mobile analytics’ con Vodafone. Una massa enorme, in cui si può dare per statisticamente certo siano comprese una maggioranza di persone civili e una minoranza d’incivili. Una minoranza che, però, calcolata su venti milioni ha come risultato un importante numero di persone che usano e gettano, sporcano, rompono e consumano la città senza contribuire a pagarne i costi. Nessuno può quindi davvero stupirsi se, spargendosi in una città di 380.000 abitanti e soprattutto dentro e attorno ai pochi chilometri quadrati del centro storico, i problemi causati da questa minoranza siano divenuti insopportabili tanto quanto quelli dovuti alla microcriminalità che, da che mondo e mondo, soldi e turismo attraggono come mosche sul miele. Un formidabile motore di degrado urbano che grava sulla città dato che l’amministrazione comunale non ha sin qui saputo, o voluto, mettere in atto un’efficace prevenzione.

Una città nel caos perché non attrezzata alle ambizioni di chi la governa.

Già, perché, comunque la si voglia guardare, Firenze, la città che sempre più si vuol far crescere, anche come motore di attrazione del turismo regionale e nazionale, è ancora largamente priva degli strumenti urbanistici e organizzativi atti a garantire a chi la visita e a chi la abita una convivenza civile. Mobilità, arredo urbano e servizi igienici, raccolta e smaltimento dei rifiuti, servizi di pulizia e polizia urbana – solo per menzionare alcuni aspetti del patto sociale su cui si basa una comunità cittadina – sono servizi tuttora calibrati sul numero di residenti e dei pendolari dai comuni limitrofi, come se l’enorme mole di visitatori che ogni giorno arrivano a Firenze non ne fruisse affatto.

Non è quindi un caso se ogni giorno la città si trova bloccata in un groviglio di mezzi pubblici e privati che non risparmia neanche la ztl nè i tram, o che a ogni fiorentino siano messi in conto ogni anno circa 630 kg di spazzatura (si veda tabella a pagina 70 del rapporto ISPRA 2017) alla cui produzione concorrono anche quei milioni di visitatori non pernottanti per i quali la tassa di soggiorno è inesistente, o che la città sia sporca e aumentare la raccolta differenziata sia un miraggio irraggiungibile. Né è un caso che per le strade si percepisca una crescente insicurezza legata alla piccola criminalità, alla movida molesta, ai controlli largamente inadeguati e alla generale impunità con cui ogni regola può essere infranta. Similmente, solo chi fosse stato sin qui fermamente intento a guardare altrove potrebbe dirsi stupito che il centro di Firenze e le aree limitrofe abbiano subito un’invasione di attività al servizio del turismo così massiccia da causare il soffocamento di ogni altro tipo di attività economica e la diaspora dei residenti verso i comuni circostanti.

Governare il turismo perché da risorsa non diventi veleno.

Quelle appena elencate sono solo alcune delle necessarie (e perciò prevedibili) conseguenze dell’aver condizionato al turismo, e all’economia che vi prospera attorno, l’intera vita della città. Scelte deliberate con consapevolezza politica, che sarebbe stato opportuno – e doveroso – accompagnare con politiche atte a prevenirne gli aspetti deteriori e a calibrarne un’equa ripartizione degli oneri su chi ne trae maggior profitto, compensandone il disagio per chi non ne è partecipe.

Perché sia chiaro: il turismo è stato in tempi di crisi un’ancora di salvezza per molte famiglie e piccole imprese fiorentine. Per loro e per una città dalla storica vocazione cosmopolita come Firenze il turismo potrebbe continuare a essere un motore di crescita e sviluppo, ma solo se si comincerà seriamente a governarlo, arginando l’invasione del turismo di massa e scongiurando l’incipiente overtourism. Altrimenti, come sta già accadendo sotto gli occhi sconcertati di chi vi ha inizialmente investito, grazie anche alle scappatoie offerte piattaforme della new economy, le grandi catene immobiliari e commerciali soffocheranno la libera piccola imprenditoria e si impadroniranno sia dei profitti sia della città, rendendone impossibile il governo a chiunque non si pieghi al disegno di trasformarla in una delle tante mete del turismo globale. Destinazioni queste tutte uguali, falsificate appositamente per renderle fruibili a sempre più persone facendo cassa a spese del territorio che le ospita, spopolato nel frattempo dai suoi residenti.

Cambiare si può e ora si deve.

Fra qualche mese si andrà a votare per il rinnovo dell’amministrazione di Firenze; è il momento giusto dunque per porre sul tavolo la richiesta di un cambiamento di rotta chiaro e deciso. Al sindaco in carica, che ha aperto la campagna elettorale per un nuovo mandato sui temi di sicurezza e degrado e lancia petizioni di stampo securitario andrebbe chiesto conto, ad esempio, di quanto sin qui fatto o non fatto per prevenire, e soprattutto di cosa intenda fare per affrontare, la situazione emergenziale di cui solo ora sembra divenuto consapevole. A lui, e a chiunque deciderà nei prossimi mesi di candidarsi a guidare l’amministrazione di Firenze è opportuno chiedere una seria riflessione sul futuro della città, soprattutto in relazione alla prevenzione dei problemi che i crescenti flussi turistici si portano dietro. Perché è bene ricordarlo: se la sicurezza non compete ai sindaci, a essi certamente spetta la responsabilità di calibrare la promozione turistica alle capacità della città e di intervenire laddove se ne superino i limiti. Sin qui di questo non abbiamo sin qui visto segni concreti di consapevolezza da parte di alcun amministratore. Semmai, al contrario, abbiamo assistito a tangibili prove di perseveranza nella promozione turistica indiscriminata, quella che punta a massimizzare la quantità a spese della qualità e della città.

Il contributo di Progetto Firenze.

Progetto Firenze non è una lista elettorale e in quanto tale non si candiderà alle prossime elezioni. Siamo però un’associazione politica con l’ambizione di contribuire a dare a questa nostra città un futuro migliore di quello altrimenti assicurato dalla progressiva gentrificazione e dalla galoppante deriva verso l’overturism che Firenze sta subendo. Per questo abbiamo deciso di lanciare una petizione per una legge nazionale che dia alle amministrazioni locali specifici strumenti – e doveri – d’intervento per salvaguardare le città dagli effetti nefasti del turismo di massa. Una legge che colmi i vuoti che gli amministratori di Firenze per primi lamentano.

Agli amministratori in carica, quindi, e a chi, di qualunque area politica, si candiderà a succedergli, nonché agli attuali e ai futuri consiglieri comunali e regionali, chiediamo di sottoscrivere questa petizione.

E a chiunque ami Firenze chiediamo di darle forza facendola conoscere e crescere, come già hanno fatto le centinaia di persone che l’hanno firmata.