VACCINI E LAVORO: IL BUONSENSO PER RIPARTIRE DAVVERO

Logica, solidarietà e buonsenso vorrebbero che a ricevere per primi i vaccini fossero non le persone più a rischio di infezione, ma quelle più a rischio di sviluppare malattia grave o morire, in seguito all’infezione. La tragica mole di dati consegnataci dall’anno appena trascorso permette di individuarli senza incertezze: i casi di malattia severa, critica e i decessi si sono verificati quasi tutti tra le persone fragili per patologie preesistenti e nelle classi di età superiori ai 50 anni. Riportiamo qui due grafici presi dalle pagine del sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità.

Coerentemente, il documento Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 redatto dal Ministero della Salute, prospetta di procedere con la campagna vaccinale secondo lo schema descritto nell’immagine che segue.

Desta quindi qualche perplessità il quadro che emerge dalla strategia vaccinale condotta sin qui dalla Regione Toscana, dove a prevalere sembra siano state considerazioni diverse da quelle di cui sopra, portando a un quadro come quello descritto nei grafici seguenti presi in data odierna dal sito di ARS Toscana.

Speriamo di sbagliarci, ma di fronte al crescere delle pressioni corporative, che invocano priorità nella vaccinazione per questa o quella categoria, riteniamo doveroso ricordare ai nostri amministratori, che sino a che il virus continuerà a circolare e mutare nessuna attività di contatto pubblico potrà dirsi al sicuro, men che meno il turismo. Un comparto, quest’ultimo che più di altri sta soffrendo, soprattutto nelle città come Firenze, che ne hanno abusato trattandolo come la gallina dalle uova d’oro, da crescere a dismisura in una mera logica di profitto, senza curarne la necessità di tutele e regole.

Ai tanti operatori del turismo lasciati in ginocchio da questa pandemia non serve oggi un Sindaco che invochi per loro una corsia preferenziale nella vaccinazione, ma una città che sappia farsi carico delle loro difficoltà, senza girare attorno al problema.

La ripartenza non sarà facile né possibile per tutti. Firenze, e la Toscana tutta, dovranno dare un senso nuovo, popolare e collettivo, al concetto di sviluppo territoriale, dal quale il turismo non sia escluso, ma neanche esclusivo ed escludente.

Perché non succeda più che creare lavoro sul territorio passi per l’averlo reso invivibile per chi lo abita e inarrivabile per gli stipendi di chi vi lavora.