VIVA I RESIDENTI!

Foto di copertina © Massimo Lensi

C’era una volta il residente di Firenze, il Re della città. C’era… una volta! Penseranno i nostri lettori.  E c’è ancora, seppure lo si riconosca solo ogni cinque anni, per rappresentare l’ontologia del voto, l’ultima ruota dei processi decisionali urbani. I residenti, infatti, sono inascoltati, a volte derisi per il loro desiderio di farsi promotori dei cambiamenti civici in un qualsiasi momento del lungo e articolato tempo amministrativo. In una città in trasformazione, il ruolo dei residenti è importante: sono i depositari della preziosa voce del Genius Loci, le radici legate al presente. La memoria della città.

Quando il Genius Loci viene espulso dai nuclei urbani a causa delle trasformazioni economiche e della gentrificazione la città non può altro che morire, disperdendo nel vuoto la propria identità.

Firenze si sta trasformando nella città prediletta dall’industria turistica estrattiva; il corpo vitale della residenza è ora suddiviso tra “losers” (perdenti) e “gainers” (vincenti), tra coloro che subiscono gli effetti negativi del turismo di massa e coloro che all’opposto ne traggono profitto. Insomma, tra ingenui e furbi, si potrebbe dire. Ma in questo schematismo riduttivo a perderci è la città.

L’associazione Progetto Firenze è nata con l’intento di dare voce agli “ingenui”, senza avere la pretesa di rappresentarli.

Il nostro obiettivo, infatti, è quello di stimolare la nascita di nuove forme di rappresentanza per colmare, durante i cinque anni che trascorrono tra un’elezione e l’altra, il vuoto istituzionale che si crea nell’affrontare nuove e urgenti questioni che sorgono in città. Abbiamo preso atto che i percorsi partecipativi, fiore all’occhiello delle amministrazioni comunali, altro non sono che assemblee decadute al ruolo di lunga mano dell’amministrazione e che i partiti, ipotetici soggetti sociali di collegamento istituzionale, hanno raggiunto livelli così alti di crisi da non permettere più di avere un ponte reale tra i problemi e le soluzioni.

L’area semantica della sfiducia sta crescendo e in una città come Firenze, così piena di comitati e gruppi di azione e autotutela, ciò che spesso viene a perdersi è la visione d’insieme.

Per queste ragioni, il nostro impegno è diretto a dare un senso nuovo e dinamico alla cittadinanza attiva, mettendoci al servizio della città e dei suoi residenti, per stimolare una riflessione collettiva. I cambiamenti sono dinamiche attive ed è necessario trovare un nuovo metodo di coesione sociale e di partecipazione. I momenti di crisi si superano insieme, affrontando i tanti problemi con un diverso senso di appartenenza che oggi è ancora sotto traccia, ma sta cercando la strada per diventare il nuovo protagonista delle trasformazioni urbane.

Oggi la parola d’ordine è ancora la solita, resilienza: un gioco di sopravvivenza in nome del particolare, le strade sconnesse, la mala movida, i nuovi parcheggi, lo stadio e le grandi opere. Si lotta per cambiare o riparare una strada, ma non la città.

Dal particolare alla visione d’insieme il passo, però, può essere breve. La città turistificata corre veloce nei corridoi digitali, non guarda in faccia niente e nessuno e mentre si impossessa della città ne espelle la residenza. Siamo di fronte a un nuovo e pericoloso modello di sviluppo, la cui analisi costi-benefici è legata solo alla maggiorazione del profitto. Le antiche tracce del turismo di massa come risorsa per l’economia del territorio, hanno lasciato spazio alla nascita di nuove periferie morali nella città, come è di fatto il nostro centro storico. Perché è innegabile che siamo di fronte a un pericoloso rovesciamento: se un tempo il turismo è stato una delle risorse della città, ora Firenze è divenuta risorsa esclusiva per l’industria turistica. Firenze oggi è solo un brand.

La strada per ripristinare l’equilibrio perduto è faticosa e irta di ostacoli, ma va percorsa. E per farlo occorre in questa fase avere la forza di rovesciare il tavolo trasformando i diritti (del cittadino, dell’impresa, della politica) in responsabilità di tutti, uniti in una visione del bene comune che prende il nome di vivibilità: la città da abitare. È difficile, ma il Genius Loci non può attendere altro tempo.

I residenti esistono ancora, questo è certo, e stanno iniziando a unirsi, Il passo successivo è costruire un solido ponte di lotta civica e di rappresentanza popolare tra chi vive, lavora e studia a Firenze e chi della città è depositario di una visione amministrativa legata al futuro. Un metodo nuovo, capace anche di avvalersi di nuove forme di legittimazione del cambiamento, come quella offerta dagli strumenti della democrazia deliberativa.

Noi ci crediamo, perciò continueremo a esserci e a tenerci pronti a dire in qualsiasi sede: viva i residenti! Viva gli ingenui!