Foto di copertina © Grazia Galli
Alzi la mano chi non ha conosciuto o sentito parlare di qualche personaggio eccentrico, dedito a raccogliere le cose più disparate, per poi accumularle in un’abitazione stracolma di oggetti, e/o animali, ben oltre la vivibilità. Magari ne avete sentito parlare in qualche trasmissione televisiva, o avuto sentore nelle riunioni di condominio. Difficilmente, invece, vi sarete imbattuti in una descrizione approfondita di questo problema e, probabilmente, vi stupirà leggere nelle prossime righe quanto invece sia diffuso.
Un disturbo più comune di quanto si pensi
Già, perché le cifre che emergono da studi fatti in Paesi più consapevoli del nostro, indicano che a soffrire di quello che oggi sappiamo essere una vera e propria malattia – il disturbo da accumulo o disposofobia – è un numero rilevante di persone, pari al 3 – 6% della popolazione. Traducendo in numeri assoluti: 1,8 – 3,6 milioni di persone in Italia, e 11 – 22 mila persone nel solo Comune di Firenze, si stima soffrano di questa patologia. E a patirne le conseguenze oltre all’intero vicinato, per i rischi, igienici e non solo, connessi alla presenza dei cumuli, è soprattutto l’intero nucleo familiare coinvolto, in particolare i figli, verso i quali una rete di misure di sostegno e aiuto strutturata in modo diffuso manca ancora.
Progetto Firenze crede fermamente che una città debba prendersi cura innanzitutto della sua parte più fragile.
Perciò, quando c’è capitato di incontrare una persona speciale, che, dopo aver sperimentato sulla propria pelle il travaglio di crescere con due genitori affetti da questo gravissimo disturbo, ha deciso di dedicarsi ad aiutare chi si trova ora nella stessa condizione, ci è venuto naturale decidere di stare al suo fianco. E il modo migliore ci è sembrato quello di dargli spazio sul nostro sito, affinché possa ampliare l’opera d’informazione che sta compiendo nella sua pagina facebook DispoSons – Figli di accumulatori seriali.
Per questo da oggi nella sezione “città fragile” del menù troverete una sottosezione dedicata al disturbo da accumulo e all’associazione DispoSons, con strumenti e consigli per cominciare ad affrontare il problema. Ovviamente, non ci limiteremo a questo, ma, con lui, faremo quanto nelle nostre possibilità affinché i servizi sociosanitari della nostra città si attrezzino di competenze e strumenti per offrire alle persone coinvolte da questo problema un aiuto concreto, che, per essere efficace, non può essere limitato a meri interventi di ordine pubblico.